Italia
Nuova influenza, il picco sarà a Capodanno
di Simone Pitossi
Il picco del contagio sarà tra dicembre e gennaio. In pratica a Capodanno oltre 200 mila toscani potrebbero essere a letto con l’influenza A H1N1. E alla fine dovrebbero essere circa 5-600 mila i contagiati in Toscana. Ma il Servizio sanitario regionale, secondo l’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi, è pronto ad affrontare il problema della pandemia influenzale. «La macchina organizzativa è in moto spiega Rossi . Non facciamo allarmismi ma attrezziamo tutti i servizi, da quelli di base agli ospedali, per rispondere alle esigenze che si manifesteranno». Ecco il punto della situazione.
VACCINI. Li distribuirà direttamente il Ministero, nei tempi e nelle quantità che verranno decise a livello nazionale. La Toscana è pronta allo stoccaggio e alla distribuzione. Saranno i medici di famiglia e i pediatri a provvedere alla vaccinazione perchè, ripete l’assessore Rossi «la prima linea sono loro e grazie al loro impegno si potrà evitare un sovraccarico inappropriato dei pronto soccorso e degli ospedali». La vaccinazione riguarderà in una prima «ondata» circa 520 mila persone, appartenenti alle categorie che il ministero dovrà precisare, poi un altro milione di persone nelle fasce giovanili. Il Consiglio sanitario regionale è stato incaricato di elaborare una «griglia» con alcune linee guida che orientino i medici sui criteri in base ai quali disporre l’eventuale ricovero dei pazienti.
OSPEDALI. Non dovranno ridurre l’attività programmata. Questa è l’esigenza fondamentale chiesta alle Aziende dall’assessore Rossi. «L’attività programmata spiega deve continuare come sempre, la sfida sta proprio in questo. Avremo bisogno probabilmente di più posti letto a bassa intensità di cura e di più personale». Per questo verranno prese due misure: le Aziende troveranno nei presidi ospedalieri locali dove attrezzare posti letto aggiuntivi (non meno di 3.000), una sorta di reparti-volano che verranno utilizzati per il periodo necessario a far fronte alla pandemia e quindi chiusi. Per gestire l’assistenza verranno richiamati temporaneamente in servizio, se necessario, i «riservisti», come li ha chiamati Rossi, ovvero medici e infermieri in pensione. «Penso che questa richiesta spiega l’assessore costituisca un coinvolgimento positivo di tutte le professionalità di cui il servizio sanitario pubblico della nostra regione può disporre, un modo per impegnare e responsabilizzare tutta la collettività nella gestione di una situazione straordinaria».
APPARECCHIATURE. Verrà raddoppiato il parco delle attrezzature per l’assistenza respiratoria. Infatti l’influenza A attacca in particolare le vie respiratorie. Attualmente negli ospedali della Toscana sono a disposizione 250 ventilatori artificiali, usati in media per l’80%. La Regione ne ha acquistati altri 200. Si prevede una spesa di circa 2 milioni di euro. Il piano di acquisti riguarda tecnologie diverse: i dispositivi «Cpap» per l’assistenza respiratoria non invasiva, i respiratori con intubazione di uso corrente nelle terapie intensive e i sistemi «Ecmo» (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation), una tecnica di supporto cardiopolmonare che sostituisce il normale meccanismo di ossigenazione del sangue.
SCUOLA. Tra le ipotesi di cui si parla anche quella di una eventuale chiusura: «Penso che anche questo aspetto debba essere gestito a livello nazionale conclude l’assessore Rossi. Per quanto ci riguarda adotteremo i normali provvedimenti di profilassi che hanno consentito sempre di gestire bene le situazioni».