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NUBIFRAGIO MESSINA, ARCIVESCOVO: TRAGEDIA CHE INTERPELLA LA COSCIENZA

“La tragedia, ancora una volta abbattutasi sulle stesse zone di due anni fa, interpella la coscienza e il senso di responsabilità di ciascuno nel custodire la natura, riconoscendola dono prezioso creato da Dio e autentico bene per l’uomo, il quale però sovente la stravolge per la ricerca di effimeri progressi. La violenza alla natura alla fine si ritorce contro l’uomo stesso, causando conseguenze devastanti”. Così mons. Calogero La Piana, arcivescovo di Messina – Lipari – Santa Maria del Mela, di fronte al nubifragio che ha colpito il versante ionico della diocesi. Secondo la sala operativa della Protezione Civile regionale, le frane e gli allagamenti avrebbero provocato almeno 14 morti e numerosi dispersi. L’arcivescovo è andato a portare personalmente la propria solidarietà e ad esprime la vicinanza della Chiesa al villaggio di Giampilieri Marina, a circa 20 chilometri a sud del capoluogo, mentre le altre zone interessate, possono essere raggiunte solo a piedi, e per le zone collinari più alte, inerpicandosi per sentieri di fortuna. In costante dialogo con le autorità competenti, l’arcivescovo assicura – in una nota diffusa oggi – “la sua preghiera per le vittime” e “per le famiglie che sono nella prova” ed “esprime gratitudine a quanti stanno prestando soccorso, adoperandosi con infaticabile e diuturno impegno”. Mons. La Piana auspica che “in questo momento la solidarietà affettuosa, il farsi carico delle altrui sofferenze per alleviarne il peso e il comune senso di appartenenza civile ed ecclesiale, possa contraddistinguere il servizio offerto”. Così, mentre ha ripreso a piovere nella zona di Giampilieri, dove è impossibile intervenire con i mezzi pesanti e si scava con le mani nel fango, accanto alle forze dell’ordine e agli abitanti, anche i parroci e i religiosi presenti sono attivi nel prestare soccorso. “Sono stati quasi tutti portati al Pala Gravitelli, un centro sportivo di Messina, gli oltre 500 sfollati dopo il nubifragio”, fanno sapere dalla Curia messinese, da dove sottolineano che “nella tragedia, la mobilitazione è di tutti, in un’armonica ed appassionata sinergia”. “Eravamo in qualche modo in allerta, visto che si tratta di un territorio che notoriamente necessita di una messa in sicurezza – dice don Sergio Siracusano, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali, il lavoro e la salvaguardia del Creato – non è certo l’ora delle polemiche, però tra burocrazia e mancanza di denaro per gli interventi, una mancanza certamente c’è stata”. Intanto le Commissioni diocesane dello stesso Ufficio per i problemi sociali e della Caritas stanno riunendosi per pianificare i prossimi interventi.“Vicinanza e disponibilità a sostenere le iniziative di aiuto” giunge dalla Caritas italiana alle popolazioni della Sicilia orientale colpite dal maltempo. Secondo il direttore della Caritas diocesana di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, don Gaetano Tripodo, vi sono oltre 700 sfollati e i parroci della zona sono stati allertati per offrire sostegno e aiuto. “La Caritas diocesana – informa una nota – si sta mobilitando e l’arcivescovo mons. Calogero La Piana si è recato personalmente sul posto per esprimere solidarietà alla popolazione locale”. 14 i morti finora accertati a causa del nubifragio che ha portato allagamenti, esplosioni dovute a fughe di gas e frane; decine i dispersi. Il bilancio più grave a Giampilieri, frazione di Messina: un costone di roccia si è staccato ieri sera intorno alle 20 e si è portato via una ventina di abitazioni. Il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza. Nel corso della notte, con l’aumento delle precipitazioni, la zona costiera compresa tra i comuni di Galati e Scaletta Zanclea è stata interessata da frane e colate di fango che hanno interrotto in più punti il sistema viario, la ferrovia e l’autostrada.Sir