Toscana

«Non siamo terroristi», gli islamici si difendono dalle accuse

I cinque islamici arrestati a Firenze con l’accusa di volersi trasformare in kamikaze, negano di far parte di organizzazioni terroristiche. In particolare il predicatore Rachid Maamri (in genere definito come imam della moschea di Sorgane) ha fatto sapere tramite il suo avvocato Filistò di essere «al di fuori di qualsiasi associazione di carattere terroristico», contro la violenza e la politicizzazione delle moschee. Ma come ha reagito la comunità islamica fiorentina a questa indagine? Lo abbiamo chiesto all’imam Izzedin Eldir (nella foto), della moschea di via Ghibellina, sempre a Firenze, che lancia un appello: «Aiutateci a isolare i terroristi».Il punto sulle indaginiÈ in carcere con l’accusa di essere un reclutatore di combattenti per la Jihad, ma l’imam della moschea fiorentina di Sorgane Rachid Maamri si dichiara «al di fuori di qualsiasi associazione di carattere terroristico», è contro la violenza e la politicizzazione delle moschee. Sono queste le parole pronunciate da Maamri in un colloquio avuto col suo avvocato Antonino Filastò, anche se davanti al gip Anna Maria Sacco, Maamri si è invece avvalso della facoltà di non rispondere. Non hanno risposto al gip neanche gli altri quattro islamici, tutti tunisini, arrestati come l’imam domenica scorsa per l’inchiesta sulla presunta cellula legata ad Al Qaeda che registra un nuovo indagato, il decimo. Il reato contestato ai cinque islamici nelle misure cautelari è di associazione sovversiva con finalità di terrorismo internazionale. Anche Mehdi Boukraa, 27 anni, lo studente tunisino accusato come i tre connazionali di essere un aspirante martire per compiere attentati in Iraq, si è chiamato però fuori da qualsiasi associazione terroristica. A riportarlo è sempre Filastò riferendosi al colloquio avuto con il secondo dei suoi assistiti. Il legale ha poi detto che Boukraa e Maamri, “che non è un imam, ma un predicatore volontario: di lavoro fa il macellaio”, sono «molto calmi e sereni”.

Adel Ben Maatallah Abdallah, 24 anni, il più giovane degli arrestati, operaio, è invece «palesemente terrorizzato” e ritiene «un’ingiustizia il suo arresto”, hanno detto i suoi difensori Gustavo Leone e Marco Bianchini. «Non mangia da tre giorni e si lamenta perché la cella è sporca», hanno aggiunto i legali che attendono di vedere gli atti prima di fare ricorso contro l’ordinanza.

Intanto hanno fatto presente che il riferimento alla Jihad nelle conversazioni tra gli indagati, intercettate dalla digos e in base alle quali sono scattati gli arresti, non necessariamente indica un’azione da kamikaze. “Jihad vuol dire impegno, lotta – ha commentato Leone -. Nella stessa misura si riporta il discorso intercettato: ‘È obbligatorio che un musulmano vada alla Jihad almeno una volta ogni due annì. Come si fa a fare il kamikaze ogni due anni?. Ci sarà poi un discorso più sottile da fare ovvero se partecipare alla guerra partigiana in Iraq sia qualificabile come terrorismo”.

«Bisognerà valutare la consistenza di questa inchiesta, che mi sembra minima» ha detto infine l’avvocato Luca Cianferoni, difensore dell’imbianchino Chokri Ragoubi, 27 anni e del bibliotecario del Centro islamico di Sorgane Ben Mohamed Hedi Godhbane Hichem, 32, entrambi apparsi «sereni”.

Sulle registrazioni delle intercettazioni, Cianferoni ha aggiunto: “Bisognerà verificare se sono integre, se è corretta l’identificazione delle persone intercettate, se è esatta la traduzione: l’arabo ha molti dialetti”.L’Islam che ha voglia di pace: «Aiutateci a isolare i terroristi»