Prato
Non pagano il condominio e rischiano di perdere la casa. Famiglia salvata dal «prestito della speranza»
Rischiavano di perdere l’appartamento in cui vivono ma per fortuna riusciranno a passare un Natale sereno nella propria casa. Quella che vi raccontiamo è la storia, a lieto fine, di una famiglia pratese composta da babbo, mamma e due figli, che ha passato forti momenti di apprensione per via di un oneroso debito contratto con l’amministrazione del condominio dove abitano. È stato grazie al «prestito della speranza» promosso dalla Cei se tutto si è risolto per il meglio e la casa è stata salvata.
Riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo i fatti. Lo scorso anno i condomini dello stabile in cui vive la famiglia decidono di ristrutturare l’immobile. Si tratta di lavori importanti e dispendiosi: corrispondenti a 12mila euro a carico di ciascun proprietario. «Una cifra alta per chiunque e per noi impossibile da pagare», dice la signora Giovanna, il nome è di fantasia. Lei ha un lavoro saltuario, il marito invece ha una occupazione e uno stipendio mensile che purtroppo non basta per sostenere il dispendioso bilancio familiare. «Sono molti i momenti dell’anno in cui non riusciamo ad arrivare alla fine del mese», sottolinea con un velo di tristezza la donna. La somma richiesta per il pagamento dei lavori al condominio può essere ovviamente rateizzata, ma si tratta sempre di 500 euro al mese per due anni. «Una possibilità insostenibile per le nostre finanze», dice ancora Giovanna. Così, mentre cominciava ad aleggiare il rischio di un decreto ingiuntivo, la famiglia decide di rivolgersi in parrocchia. Il sacerdote invita marito e moglie ad andare al centro di ascolto Caritas in via del Seminario. La soluzione si chiama «prestito della speranza», una iniziativa voluta dalla Conferenza episcopale italiana e realizzata in collaborazione con il Gruppo Intesa San Paolo. «Con questo strumento – spiega il vice direttore della Caritas diocesana Giovanni Pieraccini – è possibile finanziare privati e imprese che altrimenti non avrebbero alcun accesso al credito». Verificati i requisiti e i motivi della richiesta, la cifra accordata per Giovanna e la sua famiglia è di 7500 euro. «Una somma utile per abbattere la rata del debito verso l’amministrazione condominiale e renderla più accettabile per le nostre tasche», osserva la donna. I soldi sono messi dalla banca, mentre la Cei fa da garante attraverso i fondi dell’8 per mille (sì, quel sistema tanto osteggiato dalle campagne laiciste serve proprio a scopi di carità come questo). «Il prestito sociale è come una boccata d’ossigeno – aggiunge Pieraccini – e prevede un anno di pre-ammortamento, un periodo in cui non si deve restituire nulla ma ci si deve organizzare per iniziare a rendere a rate quanto dovuto in un periodo successivo, con un tasso di interesse bassissimo». Da due anni e mezzo, da quanto il progetto è arrivato a Prato sotto la gestione della Caritas, sono stati finanziati 50 prestiti a privati per 150mila euro e altrettanti per le imprese, per un totale di 500mila euro.
La pratica della famiglia di Giovanna è stata approvata proprio in questi giorni e il credito è stato erogato il 20 dicembre. «Giusto in tempo per darci la possibilità di passare un Natale felice», conclude la donna.