Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Noi, patrimonio per il nostro Paese».

«Vivere la fede, amare la vita: l’impegno educativo dell’Azione cattolica». È questo il tema dell’ Assemblea diocesana di Ac che ha il compito di eleggere il nuovo consiglio, «organo di governo» dell’associazione: un appuntamento, quindi, fondamentale, nel quale saranno contestualmente fissati, con metodo democratico, gli obiettivi e le linee guida per il prossimo triennio, in accordo con i progetti pastorali della diocesi.Il «sentire cum Ecclesia» è da sempre, infatti, una delle «note caratteristiche» dell’AC, che si definisce innanzitutto quale «Associazione di laici che si impegnano liberamente, in forma comunitaria ed organica ed in diretta collaborazione con la gerarchia, per la realizzazione del fine generale apostolico della Chiesa» (Art. 1 dello Statuto di Ac). Ciò è stato ripreso, con vigore, dal cardinal Bagnasco, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica in piazza San Pietro, a conclusione della XIII Assemblea nazionale di Ac: «Cari amici, voi sapete che cosa è il senso ecclesiale: lo sapete e lo vivete con il sapore, la semplicità e la profondità delle cose di casa. L’amore alla Chiesa, al Papa, ai vostri Vescovi, fa parte della vostra vocazione: un affetto ed una appartenenza nel segno della gioia, della fede, dell’adesione pronta e generosa» (4/V/2008).Vero è che l’Ac, avendo da poco celebrato l’anniversario dei suoi 140 anni di vita, custodisce un patrimonio comune di esperienze e di impegno educativo, proprio di intere generazioni di cattolici italiani, che tanto hanno contribuito – anche nel territorio della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – allo sviluppo umano, civile ed economico del nostro paese: un patrimonio ricco «di esempi, di tradizioni e di esperienze che – asseriva Paolo VI – non sono un carico da portare, ma un motore che ci porta».Ebbene, quali sono, oggi, le «priorità» dell’Ac? Le stesse che sono avvertite con urgenza dalla Chiesa: «La nostra storia di fedeltà fa sì che quanto la Chiesa pensa e vive, guardando ai bisogni dell’uomo di oggi, sia anche ciò che l’Ac pensa e vive» (F. Miano, Alla Chiesa italiana diciamo: siamo pronti, in Segno nel mondo, n. 11, nov. 2008).In questo senso, ci preme sottolineare la «forte sintonia» che constatiamo tra la recente lettera pastorale del nostro vescovo, monigno Riccardo Fontana, La Chiesa di San Donato, e le «quattro attenzioni» – emerse durante l’ultimo Convegno nazionale dei presidenti diocesani di Ac (Ancona, 13-14/IX/2010) – che dovranno accompagnare il cammino ordinario dell’Ac nelle parrocchie e nel territorio, nel corso del prossimo triennio, vale a dire l’attenzione a: divenire sempre più «soggetto attivo nel favorire un maggiore inserimento degli stranieri nella vita ecclesiale e civile», partendo dal mondo adulto, per quanto riguarda «le adeguate politiche culturali e sociali», ma coinvolgendo anche ragazzi, adolescenti e giovani, che già sperimentano a scuola «le ricchezze della convivenza»; offrire adeguati percorsi formativi a lavoratori e studenti universitari fuorisede, attraverso la Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci) e gli altri «movimenti di ambiente» presenti in AC, al fine di evitare il rischio tangibile della «perdita di radici», mediante la costituzione di «una rete di amicizia in grado di rispondere anche ad esigenze concrete, come quella dell’alloggio»; «allargare gli orizzonti», estendendo ed intensificando quelle iniziative – già avviate a livello nazionale grazie al Forum internazionale di Azione cattolica (Fiac) – volte alla realizzazione di gemellaggi internazionali, esperienze di servizio e di scambio culturale tra giovani di diversi paesi, in particolare con la Terra santa; «mettere a sistema» le esperienze educative all’interno degli oratori, in stretta collaborazione con i diversi soggetti presenti in parrocchia e nel territorio.L’Ac è fattivamente impegnata, insieme a numerosi altri movimenti ed associazioni cattolici, a praticare tale spirito di collaborazione fra «diversi carismi ecclesiali e laicali», affinché generi abbondanti frutti di comunione per il futuro delle giovani generazioni e della Chiesa stessa; auspicando, quindi, che gesti concreti di fraternità ed amicizia reciproca contribuiscano a rinsaldare la comune consapevolezza di essere tutti «pietre vive» per la costruzione dell’«unico edificio spirituale», estendo con gioia e gratitudine, a chiunque voglia raccogliere questo appello, l’invito a partecipare alla prossima Assemblea diocesana dell’Ac.Carlo LeonardiPresidente diocesano Ac