Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Noi, operai per la Buitoni nel dramma».

Hanno i visi stravolti, la voce rotta dalla stanchezza e dalla tensione, per l’incertezza di un futuro che d’improvviso s’è fatto tremendamente labile. Sono i settantuno dipendenti della cooperativa «L&L», l’azienda che fino allo scorso 31 dicembre si occupava di movimento e smistamento merci per conto della Buitoni di Sansepolcro. Poi il buio, l’incertezza, o meglio la certezza di non avere più un lavoro, perché la nuova dirigenza Newlat – come avevamo anticipato su Toscana Oggi – non ha rinnovato l’appalto che mandava avanti la cooperativa.«Quello che stiamo vivendo è un vero e proprio dramma sociale», spiega Nico, uno degli operai. Un baratro in cui i settantuno lavoratori sono piombati senza nemmeno avere il tempo di rendersi conto di quello che realmente stava accadendo. Neanche un attimo per pensare e si sono ritrovati aggrappati alle uniche cose che avevano: il magazzino dove hanno passato giorni e giorni di lavoro e la speranza che non possa finire tutto così. Hanno passato il capodanno nel presidio, assieme alle loro famiglie, con i bambini che correvano felici per i magazzini e con la paura che da un momento all’altro arrivassero le forze dell’ordine e li facessero sgomberare. «Ringraziamo tutti i politici e le istituzioni locali – dice Nico – che anche nella sera di capodanno non hanno fatto mancare la loro solidarietà, stando accanto a noi».Si sono ritrovati a passare la prima notte dell’anno insieme, uniti e solidali l’uno con l’altro. «È forse questo l’unico aspetto positivo della vicenda. La nostra vicinanza l’uno con l’altro può essere un fattore molto importante, se non per la vertenza quantomeno per sorreggerci a vicenda». Unità e vicinanza che i lavoratori «L&L» si aspetterebbero ora anche dai dipendenti Newlat. «Qualcuno di loro si è presentato al presidio, ha chiesto quello che stava accadendo. Quest’estate quando la Buitoni era in vendita abbiamo marciato insieme: noi e loro, perché eravamo sulla stessa barca. È tempo di tornare a farlo se vogliamo evitare che questa azienda venga dismessa un pezzo alla volta. Perché se tutto questo oggi sta coinvolgendo noi della “L&L”, domani la stessa situazione potrebbe ripresentarsi per i dipendenti Newlat». Proprio la solidarietà tra lavoratori li ha spinti a proseguire la protesta fuori da quel magazzino, in due roulotte e un container messi a disposizione dalla protezione civile. Sembrerebbe, infatti, che Angelo Mastrolia abbia minacciato il ricorso alla cassa integrazione per i «suoi» dipendenti vista l’impossibilità – per via del presidio al Ce.di. – di procedere con la normale produzione. «Non potevamo accettare che per difendere i nostri diritti altri lavoratori e altre famiglie dovessero subire disagi». La solidarietà, almeno quella, è davvero un risultato importante che continua a vincere in questa vicenda. Un fondo sociale per i lavoratoriUn fondo sociale per i lavoratori della «L&L»: questa è l’ipotesi lanciata nei giorni scorsi dal sindaco biturgense Franco Polcri. «Stiamo valutando l’ipotesi che penso sia importante», ha confermato il primo cittadino.di Lorenzo Canali