Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Noi, dal cortonese all’Albania, in missione fra chi vuol crescere»

La mia prima esperienza albanese, presso il Centro giovanile di Uznove, si è ormai conclusa. Sono nell’aereo che da Tirana mi sta riportando in Italia insieme ai miei tre compagni di viaggio, don Giancarlo, Davide e Cristiano. Descrivere questa esperienza non è semplice, ma se dovessi definirla userei un aggettivo: commovente. Come tanti italiani, quando pensavo agli albanesi, li etichettavo come fannulloni, approfittatori, senza valori. L’opportunità che mi è stata da data da monsignor Giancarlo Rapaccini ha rimosso questa idea e mi ha fatto scoprire un popolo, una terra, un mondo totalmente nuovo.Scopro l’importanza di viaggiare non solo a scopo turistico, ma avendo l’opportunità di conoscere persone e realtà vive del territorio, inserendoci nella quotidianità del vissuto di queste persone. L’aver potuto parlare con le persone che vivono lì ci ha permesso di farci raccontare la loro storia facendoci rivivere le loro emozioni, le loro speranze e le loro paure. Ed è proprio così che scopriamo tante cose, un popolo che vuole crescere, delle persone che vogliono conoscere e camminare con speranza verso il futuro, nonostante i tanti problemi che ancora oggi ancora oggi ci sono, dopo 50 anni di comunismo, la guerra civile del 1990, l’esodo di massa, il collasso economico del 1997.Vedere persone che alle 6 del mattino iniziano a lavorare fino a quando cala il sole mi ha fatto avvertire questa nuova motivazione e la voglia di cambiamento, con tutti i problemi e le contraddizioni che inevitabilmente ci sono quando un popolo viene catapultato improvvisamente nel mondo del benessere e nell’era ipertecnologica che oggi viviamo: ad esempio, ragazzi con le scarpe bucate che magari hanno il telefonino o l’Ipod.In questa realtà si innesta l’esperienza del centro giovanile di Uznove che è stato per noi il punto di riferimento e dove abbiamo potuto rimanere con gli operatori e i ragazzi, giocare e parlare con loro. Davide è diventato il maestro di chitarra per un gruppetto di ragazzi e insieme a Cristiano è nata l’idea di portare quest’estate in Albania alcuni strumenti musicali per creare un gruppo rock fatto dai ragazzi del centro. L’idea è piaciuta molto e ora stiamo cercando delle persone che vogliono regalare a questi ragazzi uno strumento che magari da anni non utilizza. Per sapere di più sul progetto e per contribuire, chiamate Davide al numero 328.05.38.321.Nei quattro giorni di permanenza abbiamo girato molto per l’Albania e abbiamo visto paesaggi molto belli, paesi caratteristici, montagne incontaminate e un mare limpidissimo. Non credevo davvero di trovare un così bel paesaggio. Anche nella Chiesa c’è desiderio di contribuire a questa rinascita che deve partire innanzitutto dal ricostruire quello strato sociale di valori positivi condivisi che in tanto tempo si è sgretolato. La Chiesa cattolica si muove rispettando le altre religioni. Anche il centro è aperto a tutti i ragazzi, senza distinzione di religione. E’ una Chiesa giovane che porta l’annuncio del Salvatore con la semplicità che spesso dimentichiamo, perdendo anche il senso originario dell’annuncio di Gesù. Mi sono commosso nel vedere bambini, giovani ed adulti attratti da quel simbolo tanto significativo, ma che a volte non teniamo in buona considerazione, che è il crocifisso. L’ultimo giorno è stato anche il momento per una grande festa: il battesimo di uno dei giovani del centro e l’inizio del cammino di catechesi per ricevere questo sacramento per un gruppetto di ragazzi. Queste persone mi hanno insegnato tanto, anche come vivere più fedelmente e semplicemente la mia fede. E’ un impegno costante e silenzioso, come quello di una comunità di suore di Rimini che si occupano di bambini disabili: ci raccontavano che solo in quella zona ne hanno trovati una settantina, alcuni che non uscivano neanche da casa da molto tempo. Sono entusiasta di essermi lanciato in questa nuova avventura soprattutto per poter poi testimoniare ai ragazzi del nostro gruppo questa esperienza ed organizzare insieme ad alcuni di loro e ad altri giovani della zona una missione in quella terra, una vacanza vissuta in maniera diversa alla scoperta di realtà e di persone nuove. Non ci sono da fare migliaia di chilometri per soddisfare il desiderio di rendersi utili; basta andare a pochi passi da casa nostra per scoprire persone che hanno bisogno di un nostro aiuto.di Alfonso Bosi