Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Noi, da Arezzo a San Pietro per abbracciare Benedetto XVI»

L’annullamento della visita del Papa alla Sapienza di Roma ha suscitato un forte dibattito. Mentre ancora si rifletteva sull’accaduto , l’invito del cardinale Camillo Ruini chiedeva di recarsi in piazza San Pietro per manifestare la propria solidarietà e vicinanza al Pontefice. Così in circa 200mila hanno partecipato all’Angelus di domenica scorsa. Tra di essi c’erano politici, non credenti, gente comune. E anche numerose persone giunte dalla nostra diocesi. Singoli fedeli, gruppi dalle parrocchie, rappresentanti di movimenti e associazioni che dall’aretino sono arrivate a Roma con vari mezzi. Fa loro anche una delegazione diocesana composta da giovani, bambini e famiglie del Cammino neocatecumenale. Anche il quotidiano Il messaggero se n’è accorto e ha intervistato il responsabile del pullman che ha detto: «Il Papa si è fatto “ultimo”, umilmente si è fatto “piccolo” e ha rinunciato all’invito». Luca Agostini è arrivato da Arezzo con sette figli, dai 6 mesi ai 15 anni. «Qui abita la vera sapienza». Non era facile trovare il pullman e gente disponibile a partire in così pochi giorni, ma domenica mattina alle 7.30 davanti alla parrocchia di Santa Maria delle Grazie erano in 56. Tra bandiere, striscioni canti e battiti di mani, la delegazione è partita alla volta del Vaticano. «Personalmente – racconta Luca Agostini – lo slancio nasce dalla gratitudine che sento per la Chiesa e dalla gratitudine a Dio per tutto quello che ha fatto nella mia vita. Era importante manifestare la propria vicinanza e solidarietà al Papa, ma non era una rivincita, come alcuni hanno detto. Quella che è apparsa una sconfitta per il Pontefice e per la Chiesa, in realtà, va vista sotto un altro punto di vista. Questa attitudine conferma l’insegnamento della Chiesa che accetta anche l’ultimo posto ed è simile a quella di Gesù che si è fatto umile fino alla morte di croce. Il Santo Padre ha subito un’ingiustizia: poteva protestare, ma non lo ha fatto. Questo atteggiamento non si vede spesso in giro e ha avuto più significato di mille parole».di Luca Primavera