Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Noi, coppie del cortonese, in piazza per la famiglia»

Come invasa da una marea montante, sabato 12 maggio, piazza San Giovanni a Roma straripava di famiglie. Era il «Family Day», la giornata organizzata dall’associazionismo cattolico che ha portato nella capitale oltre un milione di persone. Bambini, adulti e anziani erano lì per scrivere una pagina di amore alla famiglia e di fedeltà ai suoi valori fondanti, al di sopra di ogni proposta pasticciata che, in nome di un’assurda quanto pretestuosa libertà, vuole subdolamente scardinare le basi di un’istituzione antica quanto le figure del padre, della madre e del figlio. Angelo, Claudio e Lorella, partiti da Camucia e presenti all’evento, ci raccontano emozioni e speranze di una festa di popolo bella, serena e gioiosa.

Tutti insieme sotto la bandiera dell’AmoreChe cosa è accaduto sabato 12 maggio a Roma? E’ accaduto che oltre un milione di persone si sono messe in marcia per chiedere al governo di sostenere e incentivare le famiglie italiane.Che cosa mi ha colpito maggiormente? Il flusso ordinato e imponente di persone, bambini, adulti e anziani, che hanno saputo affrontare i disagi che una giornata del genere comporta, uniti sotto un’unica bandiera, invisibile agli occhi, ma radicata nel cuore: la bandiera dell’amore. Credo che solo l’amore possa produrre questi risultati; mentre l’odio, il disprezzo per gli altri, l’aggressione continua nei confronti della Chiesa e dei valori che essa propone, prima o poi presentano il conto e fanno sì che la casa edificata sulla sabbia crolli sulla testa dei suoi costruttori.Stupenda quell’unione di intenti che tutti accomunava da nord a sud, l’aiuto che ci scambiavamo anche non conoscendoci, la gioia di essere presenti e che si manifestava con balli e canti. Una volta di più il popolo italiano, per quanto distratto e immerso nel materialismo, per quanto condizionato dai mass-media, sa riconoscere le proprie radici e sa difendere le proprie specificità.Un altro fatto ho notato, e vorrei che fosse sottolineato come speranza per il futuro: la testimonianza, insieme a noi cattolici, di appartenenti ad altre religioni e ad altre culture. La famiglia, come Dio l’ha progettata e voluta, i valori umani e sociali che l’arricchiscono possano essere il punto di incontro tra evangelici, ortodossi, ebrei e musulmani per un dialogo sempre più aperto e costruttivo nel reciproco rispetto.Claudio Cipolli E ora la politica faccia sul serioQuando ho deciso di aderire al «Family Day», l’ho fatto che ciascuno di noi è responsabile di ciò che ci accade intorno. Se la famiglia è arrivata alla crisi che oggi conosciamo, è perché tutti lo abbiamo permesso. Credo che noi cattolici abbiamo, nei confronti della famiglia, una grande responsabilità: conosciamo il valore essenziale della famiglia come «prima cellula della società»; sappiamo che la famiglia è una realtà voluta da Dio fin dal momento della creazione; riteniamo che l’uomo e la donna sono stati pensati da Dio come fatti l’uno per l’altro, per integrarsi a vicenda e procurare il bene reciproco. Se di questo siamo veramente consapevoli, abbiamo il dovere di difendere la famiglia dai continui attacchi che da ogni parte riceve. In una cultura in cui il valore di riferimento è il singolo e il bene individuale, la famiglia non viene riconosciuta come un elemento fondamentale per la società e sposarsi diventa solo una faccenda privata. Finalmente il «Family Day» sembra averci aperto gli occhi e segnare l’inizio di un cambiamento, di una nuova coscienza che sta crescendo: vivendo la «quotidianità» dell’esperienza familiare costruiamo la società del futuro. È stato bello vedere una marea di famiglie che, ribadendo il proprio ruolo di vero e proprio soggetto sociale, chiedono visibilità e attenzione da parte delle istituzioni, presenza nella progettazione e nella gestione delle politiche sociali. Se qualcosa mi ha lasciato perplessa, sono state le parole di vari politici che hanno improvvisamente dichiarato l’importanza di una seria politica familiare, quando notoriamente non si sono mai impegnati a realizzarne una. Spero che questo improvviso risveglio si trasformi in atti concreti che smantellino tutte le incongruenze che penalizzano gravemente la famiglia, anziché promuoverla.Lorella Pompei «Ho manifestato per difendere un bene insostituibile»Ho partecipato a questa «giornata» che tutti hanno chiamato «Family Day» spinto da un intenso, irrefrenabile desiderio di manifestare personalmente a favore della famiglia e di tutti quei valori che della famiglia sono costitutivi.Sono nato e cresciuto in una vera e sana famiglia, e dalla mia famiglia ho imparato a vivere, ad amare, ad aiutare, a distinguere, a scegliere. Quella che, sabato a Roma, ho difeso con coraggio e convinzione è questa mia visione della famiglia, i suoi valori umili e semplici, ma più che mai attuali. A Roma ho trovato che tanta, tantissima gente condivide questo mio desiderio di salvaguardia di un bene che è unico e non può essere sostituito da altre forme di unione o di convivenza. Sono tornato dall’esperienza romana carico di entusiasmo, di gioia e di fiducia, grazie alle testimonianze udite dal palco e tra la folla della piazza.Penso che manifestazioni come quella della scorsa settimana servano molto a ciascuno di noi singolarmente e a livello nazionale, dal punto di vista sociale e politico. Sono pronto, insieme a mia moglie e ai miei tre figli, a replicare eventi di questo genere per sostenere con tutte le mie forze quello che ritengo un grande dono di Dio.Angelo Polezzi