Firenze

No al catechismo che spaventa i ragazzi, il Vangelo è gioia. La lettera di mons. Carolla ai catechisti

 La lettera di questo mese (il testo integrale è sul sito internet carocatechista.blog.diocesifirenze.it ) ha per tema «Il Vangelo della gioia». «Credevo – scrive Carolla – che quel tipo di cristianesimo appartenesse a un passato ormai superato, ma vedo, con grande meraviglia, che ci sono ancora catechisti che trasmettono questa immagine di fede cristiana». L’insegnamento invece deve presentare «un’immagine vera e completa di Gesù», evitando alcuni pericoli. Carolla ricorda quindi che «Il cristianesimo non è rinuncia, ma possesso e pienezza»; e ancora, «il cristianesimo non ha una visione negativa della vita e della realtà. Il mondo, la vita per il cristiano sono un dono di Dio e non sono quindi un male da disprezzare o da fuggire, sono un bene perché vengono da Dio e sono strumento e rivelazione del suo amore». Infine, «il cristianesimo non è costrizione, obbligo e imposizione. I comandamenti di Dio sono un binario che permette al treno della nostra vita di raggiungere più facilmente e pienamente il suo traguardo. Dio non è un padrone dispotico, ma vuole essere nostro Padre».È vero anche «che le regole ci vogliono, che anche la Chiesa ci impone delle regole». Come insegna San Benedetto, però, le regole sono «uno strumento per coltivare e aumentare l’affezione a Cristo». Argomenti come obbedienza e penitenza vanno quindi affrontati con cura: «se non li presenti bene potresti condizionare negativamente per sempre i ragazzi che ti sono stati affidati. Potresti essere responsabile del loro allontanamento da Gesù e causare in loro la perdita per sempre della fede. Non ti nascondo che sono un po’ preoccupato per questo. Gli anni del catechismo sono importanti nel bene, ma anche nel male. Certe esperienze negative il bambino se le porta dietro per tutta la vita e certi messaggi oppressivi, ossessivi, angoscianti possono turbarlo per sempre».Dopo aver messo in guardia da questi rischi, monsignor Carolla ricorda che «Il cristianesimo è gioia» e che «L’obbiettivo dichiarato di tutto il magistero di Gesù è la beatitudine, cioè la felicità. Egli è venuto per indicarci la strada della felicità». La felicità promessa da Gesù è talmente grande che non viene ostacolata neppure dalla persecuzione, né dal peccato: «vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte…»Tutta la missione di Gesù, afferma quindi don Carolla, «si può riassumere nel dono della gioia. Perché Gesù faceva i miracoli? Per annunciare visibilmente che Egli era venuto a guarire, a salvare e quindi a portare la gioia e la consolazione. Perché insegnava? Perché è morto sulla croce? Perché è risorto? Unicamente per donarci la gioia della vita nuova, della vita eterna». È vero anche che non possiamo dimenticare il tema del dolore e del sacrificio: «Siamo discepoli di Gesù che è passato attraverso il dolore della croce e della morte. Il punto non è eliminare il dolore dalla nostra vita. Tu, catechista, non puoi certo insinuare che la vita cristiana sia tutta una festa. Alla vita cristiana appartiene anche la croce. ma la tua arte di catechista sta proprio nel far capire ai tuoi ragazzi che il dolore, la croce, la morte, Gesù li attraversa e li sconfigge. Il traguardo di Gesù, e nostro, è e rimane, la pienezza della vita e l’eterna gioia del cielo».Ricordando alcuni esempi concreti di persone che hanno sofferto per la malattia e la morte, monsignor Carolla conclude: «il dolore non manca anche nella vita del cristiano, ma è un dolore sconfitto dalla fede, riempito dalla speranza e riscaldato dall’amore».