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No a eutanasia e suicidio assistito, cure palliative siano diritto per tutti
Papa Francesco pochi giorni fa è tornato sul tema, in occasione dell’incontro con i membri dell’Associazione italiana oncologia medica (Aiom): «La pratica dell’eutanasia, divenuta legale già in diversi Stati, solo apparentemente si propone di incentivare la libertà personale; in realtà essa si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa inutile o può essere equiparata a un costo, se dal punto di vista medico non ha speranze di miglioramento o non può più evitare il dolore».
Molti vescovi lo hanno sottolineato e anche il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, recentemente aveva espresso «profondo turbamento di fronte alla possibilità che anche nel nostro Paese si aprano le porte all’aiuto al suicidio, tramite una legge o attraverso le sentenze di tribunali ordinari o della Corte Costituzionale».
Mercoledì scorso, 11 settembre, a Roma in un incontro del Tavolo famiglia e vita istituito presso la Cei e composto da Aippc, Amci, Forum associazioni familiari, Forum sociosanitario, Movimento per la vita e Scienza & Vita è stato ribadito un fermo no a eutanasia e accanimento terapeutico ed è stata chiesta una maggiore implementazione delle cure palliative su tutto il territorio.
Tonino Cantelmi, presidente Aippc (Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici), auspica da parte del nuovo governo maggiore attenzione per questi temi. «Non intendiamo giudicare nessuno – spiega al Sir –; vogliamo piuttosto avere autentica compassione per tutti quelli che soffrono a causa di malattie inguaribili o disabilità importanti».