Toscana

NIGERIA, DELTA DEL NIGER: SEQUESTRATI ALTRI DUE ITALIANI, CLIMA DI CRESCENTE INSICUREZZA

Lucio Moro e Luciano Passarin, due tecnici della Impregilo, sono stati rapiti e altri tre sono riusciti a fuggire nel corso di una sparatoria avvenuta stamani a 40 chilometri da Port Harcourt nel Delta del Niger, la regione meridionale teatro da mesi di scontri e sequestri ad opera degli attivisti che lottano per una migliore distribuzione dei proventi petroliferi dell’area a favore delle comunità locali. Lo ha confermato la Farnesina dopo che lo aveva riferito il viceministro degli Esteri Franco Danieli intervistato dal direttore di Rai International Piero Badoloni.

Sono ancora poco chiare invece le dinamiche di uno scontro a fuoco contro due libanesi che lavoravano nel settore delle costruzioni avvenuto anch’esso stamani e alla periferia di Port Harcourt: uno dei due (un ingegnere secondo alcune fonti) è morto, mentre l’altro è gravemente ferito. Sono però almeno 11 le vittime degli episodi di violenza verificatisi nelle ultime ore in diverse zone del Delta: oltre al lavoratore libanese, due soldati dell’Unità operativa congiunta (Jtf) presso la sede della Compagnia di acciaierie del Delta (Delta Steel Company, Dsc) sono stati uccisi mercoledì sera ad Aladja, mentre nello stato del River, a sud della regione del Delta, sette persone sono morte negli scontri tra esponenti delle comunità Mogho e Bodo, iniziati dopo il rinvenimento del cadavere di una donna Mogho.

Secondo Ledum Mitee, capo del Movimento per la sopravvivenza della popolazione Ogoni (Mosop), che negli anni Novanta denunciò i disastri ambientali causati dalla Shell costringendola a cessare le proprie attività nella zona, la causa sotterranea delle tensioni tra le due comunità è tuttavia una disputa sui premi dei contratti della compagnia petrolifera olandese per la bonifica della zona. Gli episodi di oggi sono solo gli ultimi di una serie di sequestri, sparatorie e scontri nel Delta, dove – a causa dei sabotaggi e degli attacchi sempre più frequenti – la produzione petrolifera giornaliera è diminuita di un quinto e migliaia di lavoratori stranieri sono evacuati. La Nigeria è l’ottavo produttore di greggio e il sesto esportatore al mondo, ma gran parte dei suoi oltre 120 milioni di abitanti vive sotto la soglia di povertà. (ANSA)