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NIGERIA, ATTACCHI AI CRISTIANI A KANO. IMPOSSIBILE ANCORA QUANTIFICARE LE VITTIME MA PROBABILI CENTINAIA

“Di fronte alle notizie delle ultime ore, non siamo in grado di confermare con esattezza il numero di 5-600 vittime, però ci sono testimonianze concordi di centinaia di morti”; e ancora: “è possibile che le persone uccise dalla folle violenza dei giorni scorsi si aggirino tra le 400 e le 600, anche se nessuno è in grado di avere cifre sicure. Kano è una città molto grande e molto estesa dove vivono oltre cinque milioni di persone”. Sono le testimonianze – rigorosamente coperte dall’anonimato per motivi di sicurezza – raccolte per telefono dalla MISNA a Kano, la seconda città della Nigeria, dove martedì e mercoledì i cristiani sono stati attaccati da gruppi armati legati alla comunità musulmana, in una sorta di ‘rappresaglia’ per le vittime islamiche di scontri a sfondo etnico-religioso avvenuti la settimana precedente in un’altra zona del Paese, a Yelwa, nello Stato del Plateau, dove presunti miliziani legati alla comunità cristiana aveva provocato un numero imprecisato ma elevato (almeno duecento per il governo, 630 per i leader musulmani) di morti.

Nelle ultime ore due esponenti dell’Associazione cristiana nigeriana hanno dichiarato ad agenzie di stampa internazionale che il bilancio delle violenze è ben più grave dei 30 morti dichiarati dal capo della polizia, affermando che oltre cinquecento persone, soprattutto cristiani, sono rimasti uccisi durante gli attacchi nelle ultime 48 ore. Cresce anche il numero degli sfollati: secondo diverse fonti, almeno diecimila, soprattutto appartenenti alla minoranza cristiana, avrebbero abbandonato le proprie case nel timore di nuovi assalti.

La MISNA ha appreso che in una parrocchia della città si sono rifugiate circa seicento persone, mentre altre duemila hanno cercato riparo in una vicina caserma. “Ora la situazione è tranquilla – afferma uno egli interlocutori della MISNA – anche perché le strade sono pattugliate dall’esercito”. Quelli che vengono descritti come scontri tra musulmani e cristiani, sono in realtà conflitti socio-economici più complessi, come spiega una delle fonti: “ La maggioranza dei musulmani appartiene alla tribù Hausa, i cristiani appartengono a molti gruppi etnici diversi, provengono da fuori città e sono impegnati soprattutto nei commerci”. I quartieri presi di mira da gruppi di facinorosi – che hanno saccheggiato case e negozi, bruciato abitazioni e una dozzina di chiese – erano abitati soprattutto da “non-hausa, in gran parte cristiani” aggiunge la fonte. Ma chi sono gli autori delle violenze? “Si tratta di giovani senza lavoro e senza istruzione – denuncia con forza uno degli interlocutori della MISNA – che vengono strumentalizzati per precisi interessi politici e religiosi”.

“È urgente – aggiunge un’altra fonte – che la legge torni a essere imposta in alcune zone della Nigeria in cui per troppo tempo è stata assente, creando dei pericolosi vuoti di autorità che poi sfociano in queste faide a distanza che causano solo dei bagni di sangue”. A Kano, aggiunge, “ci sono molte chiese, molte confessioni e questi episodi non possono essere spiegati come scontri di religione: queste violenze sono frutto della mancanza della forza della legge in certe zone del Paese. In Nigeria deve essere restaurata la calma e la pace e questo si può fare solo tornando a imporre una legge che sia uguale per tutti”.

Gli scontri a Kano e nello Stato del Plateau non sono gli unici nel Paese: dal 1999 – quando l’attuale presidente Olusegun Obasanjo pose fine alle dittature militari durate oltre 15 anni – sono oltre 10.000 le vittime di scontri che hanno radici complesse: le cause spesso si intrecciano, creando una miscela altamente esplosiva nel complesso mosaico socio-etnico-politico della Nigeria che, con oltre 120 milioni di abitanti e 250 gruppi etnici, è il Paese più popoloso dell’Africa. Misna