Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Nell’eremo del Cantico al via il viaggio in sette tappe sulla Parola di Dio.

«Il pozzo di Giacobbe». È questo il titolo dell’iniziativa organizzata dalle sorelle dell’«Eremo del Cantico», la casa colonica camaldolese di San Martino a Monte, in Casentino, abitata dalle sorelle eremite. Il programma prevede una serie di incontri contrassegnati dalla lettura, dalla spiegazione e dal dialogo sui testi della Sacra Scrittura. Sette gli appuntamenti in programma, il sabato sera a partire dalle 19.30, presso l’eremo.Si parte sabato 25 aprile con il tema «Le cena del Signore», che sarà affrontato da Arrigo Anzani, monaco di Camaldoli. La seconda serata è in programma per sabato 2 maggio con suor Lorenzina Ricci e verterà sul tema «Gesù: il servo sofferente». «Abisso e profumo» sarà l’argomento proposto il 9 maggio dal monaco di Camaldoli, Claudio Ubaldo Cortoni. Il 16 maggio appuntamento con «Non è qui, è Risorto». Sabato 23 maggio la biblista Rosanna Virgili approfondirà il tema «Le ossa aride ed il dono dello Spirito». Arriviamo così agli ultimi due appuntamenti: quello di sabato 30 maggio con la riflessione «Rinascita dall’acqua e dallo Spirito» guidata da Matteo Ferrari, monaco camaldolese, e sabato 6 giugno con Giordano Remondi di Camaldoli che tratterà il tema «La diffusione del Regno».L’iniziativa proposta dall’eremo prende il nome da quel pozzo di Giacobbe che fu luogo d’incontro e di rivelazione di Gesù con la Samaritana. L’esperienza di vita solitaria dell’eremo casentinese nasce in collaborazione con la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e il monastero di Camaldoli. L’obiettivo dell’esperienza vissuta nella fraternità eremitica è quello di rispondere alla crescente ricerca di un contesto di solitudine che favorisca un cammino spirituale nutrito di ascolto interiore della Parola di Dio e di preghiera, di ascesi e semplicità di cuore, da parte di donne provenienti da diversi percorsi di vita: laiche, vergini consacrate, religiose. Una vita solitaria, sobria e semplice, scandita dalla preghiera nutrita con la Parola di Dio e segnata dal ritmo della Liturgia delle ore e sostenuta in un giusto equilibrio dal lavoro personale, secondo quella sapiente pedagogia spirituale riassunta simbolicamente nel motto benedettino «Ora et labora».Tra i servizi che il piccolo eremo del Cantico offre alla Chiesa c’è anche la possibilità di vivere «esperienze temporanee» di vita in solitudine, programmate come tali fin dall’inizio e a condizioni preventivamente concordate. Inoltre l’eremo mantiene rapporti con ospiti ed altre persone, ma è anche in rapporto con le altre comunità di eremiti. Per questo promuove periodici incontri tra persone che vivono la stessa esperienza di vita.L’eremo, inoltre, come segno di comunione fraterna, è aperto in tempi definiti a un’ospitalità svolta nel segno della discrezione e limitata nel numero di persone. È organizzata in modo autonomo e proposta come partecipazione al proprio stato di vita e come opportunità di sincera ricerca spirituale. La vita solitaria è un modo essenziale e spoglio di vivere nel mistero della comunione trinitaria e della comunione ecclesiale che ne vuole essere il riflesso tra gli uomini. È necessario perciò che nell’accedere a questa forma di vita la sorella abbia compiuto un percorso di discernimento e di autentica crescita spirituale.