Don Luca Franceschini, parroco di due comunità alla periferia di Massa: Madonna del Monte e San Rocco. In tutto circa duemila anime. Con lui collaborano due diaconi permanenti e un bel drappello di laici. Il lockdown prima, le restrizioni dovute al Covid-19 dopo, hanno segnato la vita delle parrocchie. «Le attività che non hanno potuto ripartire – racconta don Luca – sono quelle che richiedono l’uso di mezzi di trasporto. Non abbiamo potuto realizzare, ad esempio, il tradizionale pellegrinaggio al Santuario di Montenero. Tutti gli altri settori pastorali avremmo in mente di riattivarli progressivamente. Dobbiamo però fare i conti con una certa resistenza: spesso le persone sono frenate nell’aderire alle iniziative. Ricostruire o ravvivare le relazioni sarà sicuramente la sfida che ci attende». Il catechismo, ad esempio, è ripreso, in presenza, con il gruppo dei più piccoli, quelli che si preparano alla prima comunione, «ma, di concerto con i genitori, i quali hanno chiesto di non avere fretta, – precisa don Luca – abbiamo pensato di rimandare la celebrazione al prossimo anno». Per il sacramento della Confermazione dal momento che la chiesa parrocchiale non è molto grande, «si è pensato di celebrarlo con due cresimandi alla volta anche tenendo conto del loro progressivo riavvicinamento alla vita parrocchiale. Faremo in modo semplice ma significativo. Sarà una sorta di celebrazione diffusa nelle varie domeniche dell’anno; ciò consentirà una maggiore partecipazione della comunità e un migliore inserimento nel cammino ordinario della parrocchia». Le restrizioni dei fedeli, dovute al distanziamento, hanno indotto don Luca e il suo staff ad aggiungere una celebrazione, la domenica pomeriggio. «Grazie alla disponibilità da parte di alcuni volontari che gestiscono il distanziamento, sensibilizzano le persone, riordinano e igienizzano la chiesa, è stato possibile riprendere le celebrazioni senza troppe difficoltà. Purtroppo la chiesa della Madonna del Monte non è sufficientemente grande per ospitare distanziate tutte le persone che normalmente partecipano, pertanto abbiamo dovuto aggiungere una celebrazione pomeridiana della messa domenicale. Ciò ha un po’ spezzato in due una comunità che invece sente come un grande valore il ritrovarsi in un’unica Eucaristia». Dopo la riapertura, tre sono stati i matrimoni, numerosi sono stati i funerali. «Il periodo della quarantena e del picco di decessi nei mesi di marzo e aprile – precisa don Franceschini – è stato molto difficile, per me in particolare avendo accanto alla chiesa, l’obitorio comunale. È stata tuttavia un’occasione per stare vicino a tante persone e a tante famiglie che si sono trovate sole e smarrite in un momento drammatico. Dopo la riapertura si è riacquistata una certa normalità. Molto toccante è stata la celebrazione della Messa per alcuni che non avevano avuto il funerale durante la quarantena; si è davvero percepita la consolazione che il rito esequiale dona a chi lo vive nella fede». In estate la parrocchia della Madonna del Monte ha ospitato l’iniziativa oratoriale organizzata dalla pastorale giovanile diocesana in collaborazione con l’Azione Cattolica. «È stata un’esperienza molto bella e importante – sottolinea il parroco – non solo per il servizio offerto ai ragazzi e alle loro famiglie nelle mattinate di tutto il periodo estivo, bensì, soprattutto, per il coinvolgimento di tanti giovanissimi nell’animazione e per tanta collaborazione che anche in questo caso si è attivata da parte di volontari adulti. In queste settimane autunnali riprendono timidamente alcune attività, tra cui il coro e le signore del gruppo di terza età. Ci sono servizi invece che non hanno mai cessato di operare; in particolare la Caritas parrocchiale non ha mai smesso di mettersi al servizio dei bisognosi, amplificando l’ascolto e l’operatività durante il tempo della quarantena. C’è stata davvero – conclude don Luca – tanta sensibilità e solidarietà».