Vita Chiesa

Nel Duomo di Colonia alla ricerca del «tesoro»

DI Giacomo GambassiE’ repentino il passaggio. Dalla luce del sagrato alla penombra delle navate, dai colori della gradinata all’ocra delle volte, dalle voci della piazza al silenzio della preghiera. Quando si varca la soglia della cattedrale di Colonia, è come lasciarsi alle spalle l’entusiasmo dell’attesa. Dopo aver marciato stipati in mezzo a un’infinita colonna umana, dopo aver attraversato la Roncalliplatz che per una settimana si è trasformata nella «piazza dei due Papi» con le gigantografie di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI che scendono dai palazzi, dopo aver intonato i canoni di Taizé o i brani della «christian music», tutto cambia improvvisamente. Ecco finalmente la meta del pellegrinaggio sulle orme dei Magi di un milione di giovani: uno scrigno d’oro che nel crepuscolo del duomo sulle rive del Reno custodisce le reliquie dei Magi. Il «tesoro» è nell’abside, dietro il coro, e per raggiungerlo occorre costeggiare l’altare maggiore.Per i ragazzi della Giornata mondiale della gioventù, la loro stella si è fermata sopra le guglie di una chiesa gotica che dopo le ferite della seconda guerra mondiale è tornata a mostrarsi in tutto il suo splendore. E la cometa che aveva guidato i Re d’Oriente verso la grotta di Betlemme ha spinto i giovani del mondo nel cuore di Colonia.

«Siamo venuti ad adorarlo», dissero i Magi a Erode. «Siamo venuti ad adorarlo», ha voluto Giovanni Paolo II che fosse scritto sugli stendardi della Gmg quando ha scelto il tema del ventesimo raduno dei giovani. «E anche noi siamo qui per adorarlo», spiegano Francesco Lenzi e Alessandra Bellucci. Sono una coppia di fidanzati dell’aretino: 29 anni lui, 28 lei, entrambi con una laurea da ingegnere in tasca. Escono alle undici di sera dalla cattedrale che Francesco conosce bene. Anche se è arrivato a Colonia con il gruppo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, lui è di casa in Vestfalia. Lavora in un centro di ricerca sull’energia ad Aquisgrana, la città di Carlo Magno che dista centocinquanta chilometri da Colonia. E nel «duomo dei Magi» Francesco è entrato a più riprese. «Ma stavolta è stato diverso», confida. E se qualcuno gli chiede il perché, lui risponde citando lo striscione di un gruppo della Polonia con cui Francesco e Alessandra hanno condiviso il percorso verso la cattedrale: «Ci hai chiamato e siamo venuti».

«In fondo – spiegano i due fidanzati – anche noi abbiamo risposto all’appello del Papa e in coppia abbiamo scelto di vivere la Gmg». Un evento che considerano una sorta di propulsore per la loro storia. «La Giornata mondiale è come un supporto per la nostra vita – dicono – e in queste ore ci sentiamo davvero protagonisti della Chiesa». Spinti dalla folla, sono arrivati di fronte al reliquario dei Magi. «Ma anche se siamo stati sempre in mezzo a centinaia di giovani, ognuno di noi è riuscito a ritagliarsi il proprio spazio e a fare silenzio». È la forza della Gmg che riesce a fare della folla non un momento di alienazione ma un’occasione di incontro e condivisione.

Anche Arianna Righi, architetto di 31 anni che vive a Levane, un paese del Valdarno aretino, e Andrea Nucci, idraulico di 36 anni giunto in Germania da Capolona, si sono inginocchiati ai piedi dello scrigno dei Magi. E come molti pellegrini hanno lasciato lungo la cancellata i loro “doni”: Arianna un braccialetto che le era stato regalato a Pirna dalla famiglia in cui era stata ospitata nei giorni che hanno preceduto la settimana di Colonia; Andrea la fotografia di un giovane di Arezzo scomparso troppo presto. «Sono cose importanti per noi», dicono al termine del loro «viaggio» nella cattedrale che è diventata uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti dell’Occidente cristiano. «È stata un’esperienza intensa – raccontano – in cui è stato possibile vivere allo stesso tempo la gioia della festa all’esterno della cattedrale e il raccoglimento della preghiera lungo le navate».

Immersi nella quiete di una chiesa affascinante, si sono ritirati in un angolo del duomo per recitare la compieta. «Eravamo in quindici, seduti vicino all’affresco dei Magi». E, per Arianna e Andrea, i Re descritti nel secondo capitolo del vangelo di Matteo hanno orientato sul serio la loro rotta. «Ci siamo fatti tutt’uno con i Magi – confessano –. E nella Gmg segnata proprio dalla loro testimonianza il pellegrinaggio sulle orme dei Magi è stato una tappa fondamentale del nostro cammino».