Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Nel dono di san Donato il faro della nostra identità».

La diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha festeggiato la solennità di san Donato, patrono della Chiesa locale e della città di Arezzo. La memoria liturgica del secondo vescovo della giovane comunità cristiana aretina è stata celebrata il 7 agosto, giorno in cui – secondo il martirologio – nel 304 morì martire durante la persecuzione contro i cristiani voluta dall’imperatore Diocleziano. Per questa occasione l’arcivescovo Riccardo Fontana ha voluto inviare al territorio un messaggio che ha anticipato i temi trattati durante l’omelia della Messa solenne che ha presieduto nella Cattedrale di Arezzo. Una celebrazione che la sera precedente è stata preceduta dai primi Vespri solenni durante i quali è avvenuta l’offerta dei ceri votivi che sono stati donati dalle amministrazioni locali. A seguire c’è stato l’Officium Sancti Donati: il coro «Vox Cordis» diretto da Lorenzo Donati ha eseguito l’ufficio secondo i testi e le melodie composte nel 1032 e recentemente rimessi in luce da studi specialistici effettuati dai maggiori musicologi.Eccellenza, quale rapporto c’è tra il patrono e la realtà ecclesiale di oggi ad Arezzo?«San Donato che dona la vita per il popolo è elemento fondante dell’identità cristiana nella Chiesa aretina, una Chiesa che si esprime compiutamente nel dono di sé. Celebrare il patrono è anche un modo per riproporre il servizio che il popolo si attende dai sacerdoti del Signore: spendere la vita per gli altri nella concretezza del quotidiano».La solennità di san Donato riguarda solo i cristiani o tutto il territorio?«San Donato rappresenta l’impegno che la Chiesa aretina-cortonese-biturgense vuole rendere al territorio nella logica di chi, per amore, si coinvolge in una storia più grande, che dura nel tempo, secondo l’esempio datoci dal Signore il quale, per ricco che era, si fece povero a Betlemme, condividendo le difficoltà e le tribolazioni della gente».Come vede il ruolo del vescovo dentro la nostra Chiesa alla luce della testimonianza di san Donato?«Papa Gregorio Magno ricorda san Donato di Arezzo e quel calice di cristallo riaggiustato per l’intensa preghiera del santo: “Questo è il prodigio di Donato, il quale mirabilmente ricompose nella sua integrità un calice che si era spezzato” (Greg. M., dialog I, VII 3). Riaggiustare, ricomporre in unità è la misura del vescovo di Arezzo, la sua missione nei secoli perché la nostra società sappia riaggregarsi per le cose che contano e per il bene comune».L’antico racconto della vita di san Donato vede il vescovo di Arezzo impegnato a unire preghiera e attività concrete per la comunità. Come pensa di svolgere questo ruolo?«Vorrei che ogni mia giornata fosse segnata dall’esempio di san Donato nel comporre la preghiera con l’azione. Lo faremo insieme per la festa del santo patrono; spero di riuscire a farlo sempre. Il primato della preghiera vuole essere espresso dalla liturgia completa del patrono che, alla maniera antica, dai primi Vespri del 6 agosto nel Duomo di Arezzo fino ai secondi Vespri di sabato 7 agosto nella Pieve di Santa Maria chiede al vescovo di essere in mezzo al popolo per invocare la grazia e la benedizione di san Donato per tutta la diocesi: pace, concordia, rinnovata fede nel Signore, scoperta della vita come d’un pellegrinaggio verso la città di Dio, esercizio concreto della carità. Queste sono le virtù che san Donato ripropone a ogni cristiano il quale si misura con il santo vescovo di questa nostra Chiesa». Demos: il monito di Fontana sia accolto dalle istituzioni.In occasione dell’omelia tenuta nella ricorrenza di san Donato l’arcivescovo Riccardo Fontana ha rivolto a tutte le componenti sociali una riflessione spirituale e civile, prendendo spunto dall’elevato numero di cassintegrati in provincia di Arezzo». È quanto sottolinea in una nota l’Osservatorio dei cattolici democratici Demos. «Il lavoro che manca, il lavoro dignità dell’uomo: un grido alto e nobile, una scelta che s’iscrive a tutto tondo nella sequela della dottrina sociale della Chiesa – aggiunge la nota –. Ai responsabili civili, ai religiosi, il monito di Fontana a non abbandonare il popolo ha avuto toni di grande sensibilità pastorale e di raffinata sollecitudine sociale».Il vescovo ucciso per il VangeloIl martirologio vuole che il 7 agosto del 304 Donato, secondo vescovo della giovane comunità cristiana aretina e instancabile evangelizzatore del vasto territorio del municipio romano di Arezzo, morisse martire nel corso della persecuzione contro i cristiani voluta dall’imperatore Diocleziano. Recenti studi hanno dimostrato come l’elezione episcopale di Donato, datata attorno al 285, coincise con la completa cristianizzazione di Arezzo, che si concluse nel V secolo. Donato è noto con l’appellativo di «apostolo della Tuscia».