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Nave Aquarius: il vescovo Ros, «nessun limite all’accoglienza». Una rete di 6.000 volontari a disposizione

(da Valencia) - Una comunità cattolica tradizionalmente aperta e solidale, pronta a dare una accoglienza «senza limiti» ai migranti della nave Aquarius sbarcati a Valencia. Prima si era parlato di 200 persone, invece oggi il concetto di non porre limiti alla solidarietà viene ripetuto più volte da mons. Arturo Ros, vescovo ausiliare e coordinatore dell'azione sociale e caritativa dell'arcidiocesi di Valencia. 

Ora i migranti sono nei centri della Croce Rossa, sottoposti a visite mediche e procedure di identificazione. Il governo darà un permesso umanitario temporaneo di 45 giorni ma oltre la metà delle persone sbarcate, africani francofoni, ha intenzione di andare in Francia. La diocesi sta partecipando fin dall’inizio alle riunioni della commissione mista che si sta occupando dell’accoglienza. La diocesi è stata subissata di chiamate e disponibilità a collaborare da parte di gruppi, parrocchie, famiglie. Si potrà attingere ad una rete di strutture e servizi già esistente e circa 6.000 volontari. «Il nostro compito è metterci a disposizione per fare qualsiasi cosa per queste persone – afferma in una intervista al Sir mons. Ros -. L’anno scorso la Caritas di Valencia ha assistito 25.000 migranti. E abbiamo moltissime persone all’interno di un percorso d’integrazione. Li aiutiamo ad integrarsi nella nostra società attraverso la formazione professionale, l’insegnamento della lingua, l’educazione. La maggior parte sono africani che passano attraverso la rotta marocchina».

«Siamo pronti a farli entrare nelle nostre case, nei nostri centri – prosegue il vescovo -.  Sono già stati identificati gli alloggi per gli adulti e i minori. Abbiamo anche servizi specifici per l’accoglienza e l’accompagnamento dei bambini. In maniera colloquiale qui si dice che la tavola è già apparecchiata. Senza limiti. Abbiamo case spirituali con capacità ricettive molto ampie che possiamo mettere a disposizione immediatamente. E traduttori, docenti dell’Università Cattolica, mediatori culturali, psicologi, medici, infermieri, cuochi.  Possiamo mobilitarli in pochissime ore».

La settimana scorsa l’arcivescovo di Valencia, card. Antonio Cañizares, è stato ricevuto in Vaticano da Papa Francesco: «Il Papa sa bene cosa sta accadendo in questi giorni e conosce la risposta della diocesi di Valencia. Ci incoraggia e si congratula», precisa mons. Ros, concludendo: «Valencia è una città aperta e anche la nostra diocesi lo è».