Italia

Natura e uomo: la tutela della vita dopo il referendum sulla Legge 40

La recente consultazione referendaria sulla legge 40 ha portato alla ribalta la profonda sensibilità e attenzione dei cittadini italiani sull’importanza della salvaguardia della vita umana riconoscendo, anche, che questa è tale dall’invisibile scaturire nel grembo materno fino alla sua naturale conclusione. In occasione del referendum abbiamo anche assistito all’importante incontro tra espressioni del mondo cattolico e di quello laico che hanno messo in luce consonanza di vedute e una fecondità di dibattito inaspettata che ha coinvolto anche il mondo ecologista.Dopo il comune impegno nel Comitato «Scienza e Vita» il Movimento per la Vita e l’associazione culturale «Il Verde» hanno ritenuto per questo opportuno proseguire il percorso avviato con il referendum promuovendo un momento di approfondimento sui punti di connessione che emergono nella tutela della vita umana, animale e vegetale di fronte alla crescente capacità di manipolazione acquisita dall’uomo.Il confronto (in programma lunedì 12 dicembre dalle 15 presso il Convitto della Calza a Firenze) sarà incentrato sull’approfondimento di quattro aspetti: la responsabilità dell’uomo nella natura; la libertà all’interno del limite; ciò che è tecnicamente possibile non è sempre accettabile; il nesso tra manipolazione genetica della vita umana, animale e vegetale.

«Credo che valga davvero – dice Angelo Passaleva, presidente del Movimento per la vita di Firenze – approfondire un dialogo tra laici e cattolici che si è aperto in occasione del referendum e che consente di mettere in luce i valori comuni e le motivazioni che hanno condotto esperienze culturali, solo apparentemente lontane tra di loro, a schierarsi a difesa delle norme che regolano le procedure per la procreazione medicalmente assistita. Il Convegno, che ha per sottotitolo “una nuova stagione di consapevolezza per la tutela della vita dopo il referendum sulla legge 40”, vuol essere – spiega ancora Passaleva – un’occasione per riflettere insieme sui motivi che hanno condotto una parte del mondo ambientalista a condividere le ragioni dei cattolici in difesa della vita umana fin dal suo inizio. Sono convinto che l’impegno per il rispetto della natura e dell’ambiente, se è sincero e coerente, è inevitabilmente anche impegno per la tutela della vita umana in ogni sua fase e condizione. Il rischio che la natura umana possa essere manipolata, o che la vita dell’uomo, fin dal suo inizio, possa essere strumentalizzata o ridotta a bene commerciale, non è fantascienza. Anche la libertà di ricerca ha dunque un limite oltre il quale non è lecito andare: il rispetto della integrità e della dignità della vita e dell’ambiente che la sostiene e la rende possibile».

Tra i promotori dell’iniziativa, Tommaso Franci, ex assessore regionale all’ambiente (di recente passato dai Verdi alla Margherita) spiega, in un editoriale che comparirà sul primo numero della nuova serie della rivista «Il Verde», come il suo ex partito abbia sostenuto compattamente i 4 sì abrogativi al referendum senza prendere «assolutamente in considerazione la laica e democratica “libertà di coscienza” contraddicendo e, relegando deliberatamente in un cono d’ombra, il patrimonio teorico-politico essenzialmente “verde” che da anni lancia allarmi sul pericolo che il mondo della ricerca scientifica, soprattutto sul versante del business delle multinazionali, travasasse le proprie conoscenze di manipolazioni genetiche dal versante del mondo vegetale e animale su quello dell’uomo. Si è gettato alle ortiche – dice Franci – una parte del miglior patrimonio di riflessione e azione politica degli ambientalisti ed ecologisti italiani».In questa chiave, il primo numero della nuova serie de «Il Verde» cerca invece «di dare testimonianza degli esponenti del mondo ecologista ed ambientalista che nell’occasione referendaria hanno manifestato dubbi e contrarietà alle scelte dei promotori del referendum». «Proprio dal mondo ecologista fiorentino – ricorda infine Franci – nacque nel 1987 un’iniziativa che per prima testimoniò in modo significativo l’oggettiva convergenza di una prospettiva ecologista e laica con la dottrina della Chiesa sui temi della bioetica. Ciò avvenne con la dichiarazione di un gruppo di esponenti ecologisti sulla cosiddetta “Istruzione Ratzinger” relativa ai problemi morali connessi alla fecondazione artificiale e sperimentazione su embrioni».A.F Il programmaLunedì 12 dicembre ore 15Firenze, Convitto della Calza (Piazza della Calza, 6) Presiedono:• Angelo Passaleva, presidente Movimento per la Vita Firenze• Tommaso Franci, Associazione culturale «Il Verde» Relazioni introduttive:• Carlo Casini, presidente nazionale Movimento per la Vita• Vincenzo Bugliani, Associazione culturale «Il Verde» Interventi:• Eleonora Porcu, medico, Ospedale Sant’Orsola Bologna• M. Luisa Di Pietro, docente bioetica Università cattolica• Aldo Sacchetti, medico igienista• Gino Girolomi, direttore rivista «Mediterraneo» Tavola rotonda:• Francesco Rutelli, presidente de «La Margherita DL»• Luca Volontè, presidente gruppo Udc Camera