Arezzo - Cortona - Sansepolcro
Natale, vescovo Migliavacca: non dimentichiamo Gesù
Il messaggio del vescovo di Arezzo dalle pagine di Toscana Oggi
“Arezzo si è accesa in questi giorni di colori e di musiche, di gruppi di amici e di famiglie provenienti da diversi luoghi, anche lontani, venuti per visitare mercatini e luoghi d’arte, mescolandosi al cammino di altri cittadini; e l’aria del Natale ha raggiunto anche tutte le vallate della nostra diocesi”. Lo scrive il vescovo di Arezzo Andrea Migliavacca nel messaggio alla diocesi pubblicato sulle pagine diocesane di Toscana Oggi.
“L’atmosfera magica e festosa di questi giorni – scrive Migliavacca – per le vie delle nostre città e dei nostri paesi deve però condurci soprattutto ad attendere, riconoscere e accogliere il vero e unico protagonista del Natale, il bambinello Gesù che è nato a Betlemme. Se ci dimentichiamo di Lui, se non orientiamo ogni nostra attenzione ed emozione al suo nascere, al suo venire in mezzo a noi come il Verbo incarnato, ben povere sarebbero le nostre città illuminate e i suoni di musiche natalizie, col tintinnare di regali condivisi”.
“Si fa festa, si condivide allegria davvero e col cuore – prosegue il vescovo – se la nascita di Gesù è ricordo non solo antico e suggestivo, ma se il Natale annuncia il bussare di Dio alla nostra vita di oggi. Viene Lui, viene il Signore Gesù e Lui è la vera luce che illumina ogni uomo e donna e i quartieri delle nostre città e dei villaggi. È Lui che illumina e riempie dell’amore della sua presenza il cuore di ciascuno di noi, delle nostre famiglie, degli anziani, dei giovani, di ogni angolo di vita tra di noi. Se lasciamo che Gesù bussi alla porta di casa nostra, della nostra vita, le luci e i suoni del Natale che tanto hanno reso vivace la nostra città, raggiungeranno luoghi apparentemente lontani da questa festa e dai suoi colori”.
Migliavacca ricorda quindi che “Gesù, la luce vera, bussa nelle case di chi, povero, non sa guardare con fiducia al futuro; il bambinello di Betlemme bussa nei corridoi angusti del carcere ove vivono nostri fratelli e sorelle; egli bussa anche nelle comunità e negli appartamenti che hanno dato ospitalità a tanti migranti, per portare loro l’annuncio di una rinnovata fraternità; Gesù che nasce bussa anche nel cuore dei peccatori, di chi ha sbagliato, per aiutarli a rialzarsi e camminare in pienezza di vita; da Betlemme egli bussa nei reparti degli ospedali, dei luoghi di ricovero per portare speranza e solidarietà; e Gesù bambino arriva a bussare anche alla porta del tuo cuore, per dirti che non si è dimenticato neanche di te, della tua vita, della tua famiglia, delle tue attese. Ed è luce e suono di festa. Dove bussa Lui, dove entra Lui, luce vera del mondo, la vita diventa ricca di colori, di suoni, di luci, di festa perché grazie a Lui la vita è resa bella dall’amore e capace di amare tutti gli altri”.
“Guardando il presepio quest’anno – conclude il vescovo – nell’anniversario degli ottocento anni del primo presepio che san Francesco rappresentò a Greccio, lasciamo che la luce vera che viene nel mondo, il bambino Gesù, illumini davvero la vita di tutti noi, quella di chi ha più bisogno, e di chi è solo, disperato, giudicato, ferito. E sia così intensa questa luce che raggiunga anche gli angoli della Terra che sono segnati dalla guerra perché possa illuminare le strade del dialogo e della pace”.