Un augurio fraterno ai fratelli ortodossi che vivono in Italia e che oggi festeggiano il Santo Natale. A lanciarlo tramite il Sir, è mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei a tutti gli ortodossi che oggi, 7 gennaio, celebrano il Natale, secondo il calendario giuliano, con uno scarto di 13 giorni rispetto al Natale celebrato dalle Chiese che seguono invece il calendario gregoriano. Vorrei esprimere in questo giorno scrive mons. Paglia nel suo messaggio di auguri – la mia vicinanza ai Vescovi, ai Monaci, ai Preti e ai Diaconi, e a tutti i fedeli delle Chiese Ortodosse. Nasce nella debolezza Colui che (come leggiamo nella lettera agli Ebrei) tutto sostiene con la Sua Parola e il mondo, pur travagliato da tanti dolori e afflitto dalla violenza della guerra, che sfigura il Creato, è illuminato dalla luce dell’Emmanuele, che vuol dire Dio con noi. Che il Signore Gesù, che si mostra al mondo, sia con voi!. In particolare prosegue mons. Paglia – rivolgo un pensiero alle donne e agli uomini che festeggiano questo tempo lontani dalla loro terra, spesso anche dalla loro famiglia, trovandosi nel nostro Paese per lavorare: la luce del Natale illumini e sostenga anche la vostra speranza e il vostro impegno per un futuro migliore. L’augurio, in questa festa grande che tutti ci unisce, è dunque quello di un Natale di pace e di un nuovo anno ricco di frutti spirituali. Secondo l’ultimo Rapporto Caritas/Migrantes, con l’immigrazione dall’Est Europa si è radicata in Italia una presenza di tipo nuovo, costituita da ortodossi testimoni di un’eredità cristiana che ha resistito a decenni di ateismo di Stato. Nel 2006 gli ortodossi (918.000) hanno superato di più di 100.000 unità i cattolici e distano meno di 300.000 unità dai musulmani: tra gli studenti si riscontra in misura crescente la loro presenza e questa confessione religiosa è prima in assoluto nelle scuole di alcune regioni (Lazio, Abruzzo e Campania). Più di quattro romeni su cinque sono ortodossi, mentre il 5% è cattolico. Nel contesto occidentale si legge nel Rapporto – la presenza ortodossa aiuta a riscoprire la virtù del silenzio e della bellezza del canto liturgico, come anche la fraternità dell’incontro dopo il servizio religioso.Sir