Ore decisive per le sorti dei 65 dipendenti pisani e 17 fiorentini della C-Global, azienda di outsourcing bancari. La mattina di mercoledì 22 dicembre il giudice del lavoro Vincenzo Turco dovrà decidere sulla sospensione o meno del trasferimento dei dipendenti toscani nelle cinque sedi di Collecchio (Parma).I sindacalisti di Fiba e Fisascat, i sindacati dei bancari e del commercio della Cisl, hanno, infatti, fatto proprio il ricorso contro il trasferimento avanzato da ben 55 dipendenti. La causa è seguita dagli avvocati Umberto Cerrai, Agnese Bertini, Paolo Bartalena e Nicola Favati.«Il trasferimento disposto dal management ai dipendenti – secondo l’avvocato Umberto Cerrai – viola l’accordo sottoscritto lo scorso febbraio da C-Global e sindacati in occasione della fusione con C-Banking (ex Professional Ducato Servizi): allora la società mise nero su bianco che la fusione non avrebbe toccato gli insediamenti e che nessuno dei lavoratori avrebbe dovuto lasciare la propria sede di lavoro». Appena due mesi dopo, il dietrofront dell’azienda, che decise di chiudere le sedi di Ospedaletto e Firenze.«Ci impongono di percorrere ogni giorno la Cisa per recarci a Collecchio (Parma) a 180 km da Pisa – ha commentato in una conferenza stampa Luca Vaglini (Fiba/Cisl). E chi, tra noi, optasse per il treno, dovrebbe partire all’alba e raggiungere il luogo di lavoro in 3 ore e mezzo».«Tra noi – riprende Roberta Genovese (Fisascat/Cisl) – ci sono un disabile sottoposto a chemioterapia all’ospedale pisano, due dipendenti affetti da patologie oncologiche, donne sole con figli a carico, coppie di coniugi entrambi destinatari del trasferimento, altri che a casa hanno un portatore di handicap da assistere».Se C-Global chiede ai «suoi» dipendenti di farsi ogni giorno la Cisa per recarsi nel luogo di lavoro e mettersi ai «terminali», la Zetaplast di Migliarino, che ancora attende il risarcimento dei danni provocati dall’alluvione dello scorso Natale, non intende rinnovare il contratto a 54 suoi dipendenti.Laddove i dirigenti hanno gettato la spugna, alcuni dipendenti – costituitisi in cooperativa – vorrebbero riprendere a lavorare: interessante la storia della Bulleri brevetti di Cascina.La Delca, l’azienda di Lugnano che opera nello stoccaggio e nel trattamento di rifiuti speciali, non paga i suoi dipendenti da 4 mesi, ed intende mandare in cassa integrazione 40 addetti. Non c’è pace tra sindacati e proprietà dell’hotel Continental, che ha annunciato il licenziamento di venti suoi addetti. A niente è servita la mediazione proposta da Comune e amministrazione provinciale. Il prossimo lunedì 27 dicembre la questione sarà portata all’attenzione dell’assessore regionale Gianfranco Simoncini. Fermento alla Piaggio: il mercato in Asia sta crescendo, le vendite nel nostro Paese no. E nell’azienda pontederese la cassa integrazione è scattata per almeno cinquecento operai del reparto meccaniche e, con buona probabilità, e tra la seconda e la terza settimana di dicembre, anche per i reparti delle due, tre e quattro ruote. Annaspa l’indotto dell’azienda leader delle due ruote; solo per citare l’ultimo caso: a Gello di Pontedera la Metaplastic, che sforna componenti in plastica come le scocche per scooter, con Piaggio unico cliente, ha annunciato, su un organico attuale di 127 operai, un piano di messa in mobilità per sessanta.Per restare nel pontederese, a rischio chiusura sarebbe anche la Carpi edilizia (conta 22 addetti)A soffrire sono anche e forse soprattutto le aziende di piccole dimensioni, al di sotto dei 15 dipendenti. Dal maggio 2009 all’ottobre 2010 ben 594 aziende con sede operativa nella provincia di Pisa si sono rivolte, almeno una volta, alla Regione Toscana per usufruire della «cassa in deroga» per uno o più addetti. In diciassette mesi la «cassa in deroga» è stata accordata per un periodo più o meno lungo a poco meno di tremila lavoratori.