Alla fine il presepe si fa ancora. Nonostante qualcuno lo voglia cancellare, resta uno dei simboli del Natale. Lo dimostrano le Natività che vengono allestite in ogni angolo della diocesi e che animano le comunità.Suggestiva la cornice, nel bel santuario di Santa Maria del Sasso a Bibbiena, che ospita il monumentale presepio che, da più di quaranta anni, viene realizzato da un gruppo di Camaiore (amici e compaesani di padre Serafino Lari) coordinato e guidato da «Spartaco» pittore e professore d’arte a Viareggio. Accanto alla cappella della Madonna del Buio, nell’ampio spazio della cosiddetta «terza chiesa», l’esperienza di un piccolo gruppo di artigiani e professionisti, scenografi, pittori, maniscalchi, falegnami, semplici operai, dà vita anno ad un presepio sempre nuovo di cui rimane l’ossatura iniziale dei famosi artisti di Ortisei, in Trentino: Maria, Giuseppe, il Bambino e pochi pastori scolpiti in legno, a misura quasi naturale. A queste statue lignee, vere opere d’arte, nel tempo ne sono state aggiunte altre e, tra queste, anche opere di scultori bibbienesi e di Camaiore, che danno a questo presepio un grande rilievo artistico. Ciò che più caratterizza la realizzazione è lo straordinario «inserimento» dello spettatore all’interno, cioè l’essere fisicamente coinvolti verso Betlemme e la culla del Bambino Gesù, confusi tra i pastori e i viandanti guidati dalla stella.Nel capoluogo uno dei presepi più visitati è quello del duomo di Arezzo. Con i suoi personaggi di ampie dimensioni, la Natività viene proposta accanto all’ingresso della cappella della Madonna del Conforto ed è un «viaggio» che il fedele compie in mezzo ai protagonisti del mistero dell’Incarnazione.In Valdarno uno dei presepi più noti e visitati è quello nel piccolo borgo del Borro di San Giustino Valdarno. Accanto alla chiesa del paese che fu del duca d’Aosta e che adesso appartiene a un noto stilista, è stata realizzata una sacra rappresentazione meccanica dal compianto parroco-artista don Pasquale Mencattini. La Natività è inserita in un paesaggio toscano scandito dai diversi momenti della giornata che con una tempesta (con l’acqua vera), passa dall’Annunciazione e ha il suo culmine nella nascita del Bambino. Vicino al presepe possono essere ammirate anche le ricostruzioni delle botteghe artigiane e le avventure (meccaniche) di Pinocchio.Nel Senese la cittadina del presepe è per eccellenza Rapolano Terme. Da anni Gesù viene alla luce in uno degli angoli del paese che viene ricostruito dal gruppo «Amici del presepio» del circolo culturale «La Piana». Partendo dallo slogan «Il presepe di un paese, un paese nel presepe», viene riprodotto dal 1994 uno scorcio storico della cittadina termale. Quest’anno Gesù nascerà ad Armaiolo, a due passi dal paese. Come è tradizione il presepe ha un ciclo che riproduce le 24 ore del giorno con vari effetti meteo ed innovazioni tecnologiche. Sempre a Rapolano può essere ammirato il museo nazionale del presepe ospitato nei locali della parrocchia di Santa Maria Assunta.In Valdichiana va segnalato il presepe d’arte di Amalia Ciardi Duprè che si trova nella chiesina di Sant’Anna in località Manziana di Policiano. «Abbiamo conosciuto Amalia in più occasioni – spiegano i promotori dell’iniziativa – Ci ha colpito la pace interiore che riesce a trasmettere non soltanto attraverso le sue opere, ma anche con i modi e le parole. Pensare di averla con noi nell’occasione del Natale, a testimoniare la buona novella in una piccola chiesa della Valdichiana ci riempie di gioia». All’interno del centro storico di Castiglion Fiorentino potremo ammirare poi il tradizionale presepe vivente che nella scorsa edizione ha visto partecipare più di centocinquanta figuranti. Quest’anno la sacra rappresentazione andrà in scena domenica 23 dicembre e mercoledì 26 dicembre, dalle 17 in poi. Seppur in forma raccolta, anche Marciano della Chiana presenta in una dimensione più intima il suo storico e sentito presepe vivente il 25 dicembre e domenica 30 dicembre dalle 15.30 alle 19. Rimanendo in Valdichiana molte parrocchie offrono presepi con paesaggi tipici della zona e della collina cortonese come San Pietro a Ceglio e Camucia, mentre San Filippo lo ambienta direttamente dentro le mura di Cortona. Di grande respiro vi è poi quello dei cappuccini delle Celle di Cortona, mentre La Fratta offre un presepe meccanizzato molto elaborato, con una quasi maniacale attenzione al particolare. di Anna Maria Berni