Firenze
Natale: Betori, tanti gesti di bene intorno a noi
Il cardinale, arcivescovo emerito di Firenze, ha celebrato la Messa di Natale in cattedrale
il nostro tempo è segnato dalla disaffezione verso la vita, ma anche da tanti segni di bene. Sono le parole del cardinale Giuseppe Betori che stamani ha presieduto la Messa nel giorno di Natale nella cattedrale di Firenze.
“Quel che segna in modo particolare il nostro tempo nell’opposizione all’accoglienza di Dio – ha affermato -è la crescente disaffezione verso la vita. Si fa fatica ad accoglierla, come dicono i dati sulla denatalità sempre in aumento; se ne mette in dubbio il valore in sé nella diffusa cultura giustificativa dell’aborto – che è altra cosa dalle situazioni di fragilità in cui spesso si trova chi vi ricorre, persone da aiutare e non criminalizzare –; la si sottopone a criteri di dignità che la rendono più o meno accettabile fino a pretenderne la fine per sé e per quanti non riteniamo in possesso di un livello di vita adeguato; la lasciamo ai margini della società quando ci si propone nelle forme di una presenza importuna e tale da mettere in crisi la convivenza sociale; più radicalmente, è il sospetto sull’altro come un invasore in ogni caso della mia libertà, concepita come spazio della mia autonomia e delle mie aspirazioni. Per molti non c’è spazio per la vita, quando essa è la vita dell’altro o quando essa non è all’altezza delle attese. Anche oggi non sarebbe facile per il Figlio di Dio trovare un alloggio tra noi”.
Non mancano però i segnali positivi: “Tanti sono i gesti di bene attorno a noi: l’affetto dei genitori per i propri figli; l’impegno formativo degli educatori nella scuola e negli altri spazi di crescita delle nuove generazioni; la generosità con cui ci si prende cura di chi è più fragile, magari perché coinvolto nei percorsi delle dipendenze che intossicano adolescenti e giovani; la cura di quanti operano per alleviare le sofferenze dei malati; la dedizione con cui molti si chinano sulle povertà e raggiungono le emarginazioni; il volontariato che cerca di alleviare le pene di detenuti in condizioni non degne dell’essere umano; l’accoglienza di profughi e migranti sradicati da patrie e culture. Potremmo continuare e concludere che anche oggi c’è chi va incontro al Figlio di Dio che viene nel volto dell’altro”.
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