Pisa

NATALE AL TEMPO DELLA CRISI

di Giovanni Paolo Benotto*

Sembra un Natale in tono minore, quello che celebriamo quest’anno. Un Natale all’insegna delle preoccupazioni economiche, visti i sacrifici e le non piccole fatiche che ci attendono. Un Natale nel quale in molte famiglie si è pensierosi per le troppe incertezze che stanno segnando l’orizzonte del futuro. Ci si sente disorientati e messi in discussione su quello stile di vita di crescita illimitata sul piano delle possibilità materiali che ha caratterizzato sostanzialmente un lungo tratto di strada della nostra società opulenta. Infatti, molti si stanno accorgendo che ciò che era ritenuto sicuro e solido, e garanzia certa del proprio benessere, non lo è più, o meglio, non lo era mai stato; con la difficoltà, però, di non riuscire a capire che cosa cercare e a cosa tendere per ritrovare la sicurezza e la solidità del vivere.In effetti, il grande problema che occupa la riflessione di coloro che non hanno rinunciato a pensare e che sono alla ricerca di riferimenti capaci di dare senso e significato alla propria esistenza, è che pur cercando e desiderando un «di più» e un «oltre» che non sia circoscritto alle cose materiali, spesso si è privi di quel minimo di «alfabeto» che ci permetta di usare linguaggi più veri e più freschi, abbandonando il linguaggio delle mode e degli slogan che progressivamente ha azzerato i grandi contenuti spirituali, costringendo la persona all’ambito asfittico di una cultura senza anima.Potremmo dire che davvero, la crisi economica nella quale ci troviamo, sta smascherando le illusioni e gli artifici culturali che ci avevano ridotti a personaggi vuoti di un teatro in cui ciascuno era obbligato a recitare a soggetto. E riprendono forza le domande che da sempre accompagnano il cammino dell’uomo nella storia: chi sono, da dove vengo, dove vado, che senso ha la mia vita. Domande che non possono essere eluse, in quanto rispondono al bisogno profondo di dare risposta ai «perché» che nascono dal cuore oltre che dall’intelligenza e ai quali la cultura dell’avere, del godere e del possedere non sarà mai capace di rispondere e che perciò stesso ha sempre cercato inutilmente di tacitare.Il Natale, quest’anno, più che mai, si presenta come il Natale di Gesù. Un Gesù che con la sua povertà, la sua fragilità, la sua umanità che  nasconde e insieme contiene la potenza dell’amore di Dio, ci dice con forza quale è l’alfabeto da riscoprire per poter parlare finalmente un linguaggio fresco e nuovo, che dia nuova voce alla speranza; permetta di spaziare su orizzonti inediti oltre i muri di violenza, di odio, di individualismo egoista, di sopraffazione e di sfacciata ostentazione che non di rado calpesta la dignità del prossimo. Un alfabeto nel quale la prima e più importante lettera è la «A» dell’Amore. Un Amore con la maiuscola perché dono del cuore stesso di Dio.Gesù, nella sua nascita, non solo viene a farci conoscere l’amore del Padre celeste per ogni uomo, bensì viene a donarcelo, perché ognuno ne sia ricco e lo possa condividere con tutti nella vita di ogni giorno. E l’amore è più facile condividerlo nella povertà piuttosto che nell’opulenza, nella essenzialità piuttosto che nell’abbondanza dei mezzi, nella semplicità più che nelle complicazioni delle forme culturali create apposta per velare l’umiltà del cuore che è base indispensabile per un autentico rapporto d’amore col prossimo.Auguro a tutti di riuscire ad ascoltare con cuore libero e aperto il messaggio che Gesù ci lancia col suo silenzio di neonato dalla stalla di Betlemme. Maria, Giuseppe e i pastori nella loro semplicità seppero ascoltarlo e accoglierlo. Possiamo farlo anche noi. Sarà garanzia solida e sicura per un nuovo futuro che tutti insieme siamo chiamati a costruire su basi che non andranno mai in crisi, perché radicate nell’amore eterno di Dio. È questo l’augurio di Natale che rivolgo a tutti i fedeli della Chiesa pisana; a quanti festeggiano il Natale, ma ne hanno smarrito il significato perché diventato un natale senza Gesù; a coloro che hanno la responsabilità delle Istituzioni pubbliche e sono al servizio del bene di tutti i cittadini; a quanti vivono le tante crisi che segnano pesantemente la vita dei singoli e delle famiglie e si sentono espropriati della gioia. A tutti e a ciascuno auguro di accogliere la proposta d’amore che viene da Gesù e di farsi prossimo, con il dono dell’amore, per chiunque si incontra sul proprio cammino, perché l’amore è l’unica realtà che donata, si moltiplica, e regalata, non si perde. * arcivescovo