Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Nasce per i giovani la «Croce del Sud».

Si chiama «Croce del Sud», ed è l’iniziativa di un gruppo di giovani poco più che ventenni nata per buona parte da una costola degli scout della parrocchia del Sacro Cuore di Arezzo. Presentata anche in occasione della scorsa assemblea diocesana incentrata proprio sulla sfida educativa nei giovani, utilizza un nome che vuole evocare la necessità di avere punti di riferimento diversi da quelli che vanno per la maggiore oggi, a partire dalla superficialità. «Il sogno al quale vorremmo dare forma concreta – ci dice Luca Piervenanzi, capo scout in piazza Giotto – è quello di costruire un’alternativa valida alla realtà giovanile aretina e alla sterilità dei suoi passatempi, confrontandoci in un luogo sano nel quale non sia necessario l’abuso di alcool e l’uso di droghe. Vorremmo realizzare un luogo dove sia possibile un autentico confronto di idee e di esperienze dando la possibilità di una crescita personale». Arezzo è una città che offre limitate prospettive ricreative e culturali sane ed aperte, e la ricerca continua di nuove e più intense sensazioni appare l’unico mezzo per fare esperienza del mondo. «La ricerca fine a se stessa – continua Elena Aiello, anche lei scout al Sacro Cuore – è la caratteristica principale della forma mentis dei giovani aretini, spesso resi schiavi dell’apparenza priva di sostanza. Siamo immersi in una società in cui il senso della moralità cambia continuamente a scapito di un’etica condivisa e bombardati da effimeri modelli di riferimento». Da qui la proposta di mettere in piedi attività ricreative-educative, dibattiti testimonianze, cineforum, concerti, mostre, serate a tema, laboratori, attività solidali, analisi giornalistica. La Croce del Sud si definisce un gruppo apartitico, nonostante la volontà di impegnarsi nella costruzione di una profonda coscienza politica attraverso l’educazione alla legalità ed un confronto continuo e aperto. Nella carta d’intenti del gruppo si legge: «I valori alla base del nostro progetto sono quelli fondamentali della cultura cristiana che noi vogliamo testimoniare nella vita quotidiana attraverso i fatti: il rispetto, l’accettazione dell’altro, il dialogo, l’essere attivamente partecipi della vita cittadina. Se, come pensiamo, la vera felicità sta nel rendere felici gli altri, come diceva Baden Powell, crediamo che il compito di un giovane debba essere quello di occuparsi della realtà che lo circonda. Crediamo che il cambiamento sia possibile e che noi giovani ne siamo fondamento». Per ora gli impegni del gruppo sono profusi nel trovare una sede appropriata. «Abbiamo già parlato con il Vicario Generale monsignor Giovacchino Dallara e abbiamo visitato alcune parrocchie alla ricerca della sede, ma non è facile trovare uno luogo adeguato. Ci stiamo mettendo in contato anche con le istituzioni, speriamo che la nostra ricerca vada a buon fine il prima possibile».Luca Primavera