Italia
Nasce in Toscana la prima clinica chirugica pediatrica della Palestina
DI SIMONE PITOSSI
Conferenza Episcopale Toscana e Regione insieme per quella che sarà la prima clinica di chirurgia pediatrica della Palestina. Il protocollo d’intesa che dà il via ufficiale al progetto è stato firmato venerdì 23 ottobre, nella sede della presidenza della Regione, da mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze e presidente della Cet, e dal presidente Claudio Martini (nella foto, da sinistra, mons. Giovannetti, Martini e mons. Betori al momento della firma). Motore di questa operazione è la Fondazione Giovanni Paolo II, presieduta da mons. Luciano Giovannetti, vescovo di Fiesole. Altri partner operativi sonoo l’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer insieme l’assessorato alla salute della Regione, e la Behetlem Arab Society for Rehabilitation di Beit Jala a Betlemme.
Il protocollo d’intesa ricorda, tra l’altro, come la Toscana, nelle sue varie espressioni, mostra da sempre grande apertura ai temi della cooperazione internazionale e della solidarietà e come Giorgio La Pira, già sindaco di Firenze, rappresenta per tutti un punto di riferimento insostituibile. Il protocollo riafferma come Conferenza Episcopale Toscana e Regione Toscana considerano positivamente l’impegno comune per la giustizia, l’unità e la riconciliazione fra i popoli e cita in proposito progetti per la pace in Terra Santa e per la riconciliazione tra il popolo della Palestina e il popolo di Israele: gemellaggi, interventi umanitari, iniziative di incontro e di dialogo. Il protocollo sottolinea inoltre che Conferenza Episcopale Toscana e Regione Toscana hanno lavorato sempre con costanza e tenacia nella stessa direzione, trovando molti punti comuni, partendo sempre dall’ascolto del dolore dei più deboli: i bambini ed in particolare i piccoli ammalati palestinesi, esposti spesso a situazioni di povertà di mezzi e di strutture. Sia la Regione Toscana che la Conferenza Episcopale Italiana contribuiranno ciascuna con 1 milione e mezzo di euro, che per la Regione saranno ripartiti in due tranche di 750 mila euro nel 2010 e nel 20011. La Regione Toscana, attraverso il servizio sanitario regionale e l’azienda ospedaliera Meyer si impegna inoltre ad attivare un programma di formazione professionale per il personale medico e paramedico che opererà nella struttura.
La Toscana ha detto mons. Betori si fa ponte tra la Regione intesa come persone e il mondo di sofferenza che sta in Palestina in questo momento. E quindi, da questo punto di vista unisce la Toscana a un pezzo di mondo che ha bisogno. In questa prospettiva diventano significative anche le origini di questa possibilità di collaborazione: per la Conferenza episcopale toscana i fondi che vengono apportati a questa operazione arrivano dall’8 per mille che la gente affida alla Chiesa e che vengono destinati, in questa caso, a progetti di sviluppo nei paesi che ne hanno particolare bisogno. Mi piace pensare che come un tempo i banchieri esportavano soldi per fare utile finanziario, adesso dalla Toscana possano partire dei soldi che fanno utile sociale e contribuiscano a far crescere pace e vita in quei luoghi dove c’è sofferenza e morte.
Non è la prima volta ha detto il presidente Martini che la Cet e la Regione collaborano per progetti di valenza sociale di solidarietà e di grande valore umano. Questo è un passo ulteriore che facciamo molto volentieri perché si tratta di dare una mano a una popolazione molto in difficoltà, in particolare ai bambini della Palestina che non hanno nel loro territorio nessuno struttura di chirurgia pediatrica.
Mons. Giovannetti, presidente della Fondazione, ha precisato che ci vorranno oltre 5 milioni di euro per costruire la clinica che dovrebbe essere ultimata in due anni. La Fondazione Giovanni Paolo II già attiva nei territori palestinesi con azioni di cooperazione internazionale si occuperà di coordinare gli interventi e reperire ulteriori risorse e disponibilità. La clinica apparterrà al Patriarcato Latino di Gerusalemme ma sarà in stretto contatto e sinergia con il sistema sanitario statale e contribuirà a creare un sistema di rete con l’intero sistema palestinese, comprese le altre strutture private che operano nella zona. La clinica sarà realizzata nell’ambito del plesso, già esistente, della Behtlem Arab Society fo Rehabilitation, specializzata in riabilitazione, che si è resa immediatamente disponibile, e presenta tutti i requisiti necessari e offrirà inoltre il proprio supporto come struttura ospedaliera già operante.La nuova clinica è pensata come una struttura chirurgica d’eccellenza, con sale operatorie e dotazioni specialistiche per interventi di chirurgia su bambini e adolescenti fino a 14 anni, esclusa soltanto la fascia di neonatologia da 0 a 1 anno di età. Il plesso sarà anche attrezzato per consentire un’adeguata assistenza pre e post operatoria, con locali ambulatoriali che saranno dotati delle tecnologie mediche più avanzate. La scelta della creazione della nuova clinica nell’ambito dell’area ospedaliera della Behtlem Arab Society for Rehabilitation è stata effettuata dopo un’attenta ricognizione di tutti i plessi ospedalieri esistenti in Cisgiordania, condotta da padre Ibrahim Faltas. Consentirà di risparmiare tempo e denaro rispetto alla costruzione ex novo e di poter sfruttare i vantaggi di un’area già dedicata ai servizi medico sanitari e di un ospedale già esistente.