Toscana
Nasce il Consiglio delle autonomie
E’ stata approvata dal Consiglio regionale, nella seduta di mercoledì 28 marzo scorso, la legge che disciplina la Conferenza permanente delle autonomie sociali (Copas), prevista dall’articolo 61 dello Statuto regionale. Unici astenuti i consiglieri di Alleanza Nazionale. La proposta di legge è stata presentata all’aula dalla vicepresidente della commissione speciale per l’attuazione dello Statuto, Lucia Franchini (Margherita). «L’obiettivo della legge ha spiegato la consigliera è quello di dotare l’ordinamento regionale di uno degli organismi più innovativi previsti dallo Statuto e una scelta statutaria del tutto inedita anche rispetto agli altri ordinamenti regionali».
La Conferenza permanente mira, ha detto ancora Franchini, «ad inserire nell’architettura istituzionale della Regione Toscana un organismo in grado di esprimere le autonomie sociali toscane, dando così voce concreta al principio di sussidiarietà sociale». In sostanza, la Conferenza si pone come «il luogo di rappresentanza specifica all’interno dell’arena politica e istituzionale dell’ente regionale» di soggetti che, singoli o associati, agiscano nel campo sociale perseguendo, oltre che il proprio, un interesse generale. Importanti le funzioni che lo Statuto attribuisce al Copas, e che Franchini ha richiamato: la formulazione di proposte e pareri per la formazione degli atti di programmazione economica e un’attività di verifica sugli esiti delle politiche regionali.
Per quanto riguarda i pareri della Conferenza, questi sono obbligatori su alcuni atti di programmazione indicati nell’allegato alla legge approvata quest’oggi (come il Piano regionale di sviluppo, Documento di programmazione economica e finanziaria, Piano regionale di sviluppo economico, Piano agricolo regionale). Circa la proposte, la Conferenza potrà adottare anche specifici documenti di indirizzo ai fini della formazione degli atti di programmazione economica. Infine, la verifica delle politiche regionali avverrà attraverso la «Relazione annuale sulla verifica degli esiti delle politiche regionali». La Conferenza, in collaborazione con il Consiglio, dovrà organizzare ogni anno una «Conferenza sullo stato delle autonomie sociali» con tutti i soggetti che agiscono nel campo sociale, per valutare lo stato delle Autonomie sociali nella nostra regione. «Far nascere la Conferenza permanente delle Autonomie sociali ha concluso Franchini esprime anche la necessità di far compiere alla Regione Toscana un passo decisivo per intercettare settori che quasi sempre sono emarginati dal processo decisionale». Per Luca Ciabatti (Prc), la Conferenza «ha compiti ben delineati», anche se si avverte un problema di carattere politico relativo «all’insieme delle politiche sociali in Toscana: c’è una tendenza a spingere eccessivamente le imprese sociali verso un ruolo di verifica e controllo rispetto alle attività che esse stesse erogano».
Piero Pizzi (Fi), presidente della commissione speciale per l’attuazione dello Statuto, ha ribadito l’importanza di coinvolgere nella vita istituzionale «un mondo ricco di tradizione e di cultura», in grado di «far compiere passi avanti al Consiglio in tema di doveri di rappresentanza». Maurizio Bianconi, capogruppo di An, ha annunciato l’astensione del suo gruppo, ricordando le riserve espresse anche in sede di stesura dello Statuto rispetto ad un organismo che «depotenzia, in parte, le funzioni dell’assemblea in termini di potere e autonomia». Voto favorevole anche del gruppo Ds annunciato da Gino Nunes, che ha parlato per la Conferenza di «compiti limitati ma efficaci», definendola «un organismo valido per la conoscenza della realtà sociale».
Parrini: «Corretto uno strabismo»
Gianluca Parrini, segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, è soddisfatto. «Con l’approvazione della legge regionale spiega si è data attuazione all’articolo 61 dello Statuto regionale che prevede la costituzione della Conferenza permanente delle autonomie sociali attuando, perciò, il principio della sussidiarietà sociale». La Conferenza è unica nel panorama delle altre regioni. Fino ad ora gli statuti regionali approvati sono dieci e nessuno ha previsto la Copas. «Almeno in sei statuti regionali sottolinea Parrini è previsto il Crel che non è altro che una ripetizione locale del Cnel nazionale. Invece la Conferenza intende dar voce a chi non ha voce e vuol offrire un organismo di rappresentanza dei corpi intermedi che compongono il forte e plurale tessuto sociale toscano garantendo uno spazio specifico, autorevole, ma soprattutto garantito, all’interno dei procedimenti decisionali della Regione. Si è voluto, perciò, dare rappresentanza effettiva a quei soggetti che non siedono a nessun tavolo di interrelazione istituzionale, garantendo loro una partecipazione attiva e coinvolgente nel processo di formazione delle decisioni politiche. In questo senso la Copas costituisce la risposta simmetrica al Consiglio delle Autonomie Locali sul versante della sussidiarietà orizzontale o sociale. E così, viene corretto lo strabismo che, prima di questa legge, prevedeva solo una sussidiarietà verticale». La Conferenza permanente delle autonomie sociali è composta da 33 rappresentanti del volontariato, dell’associazionismo, del terzo settore, della promozione sociale, nominati su designazione specifica delle associazioni. Parrini ci tiene a sottolineare che la Copas non sarà un «parerificio».
«Ha assegnate osserva importanti e qualificate funzioni sia in materia di proposta al Consiglio regionale ai fini della formazione degli strumenti della programmazione, che di espressione di pareri sui principali atti. Inoltre, e queste sono funzioni davvero innovative, promuove annualmente, in collaborazione con il Consiglio regionale, la Conferenza sullo stato delle autonomie sociali e presenta il Rapporto annuale sullo stato delle autonomie sociali in Toscana, vera fotografia dello stato di salute dell’universo delle autonomie sociali». Non solo. «Alla Copas, istituita presso il Consiglio regionale, conclude Parrini viene garantita la necessaria autonomia organizzativa e finanziaria». Da ricordare come la Copas è figlia di un dibattito iniziato con una proposta di legge regionale presentata nel gennaio del 2002 dal gruppo della Margherita che proponeva l’istituzione di un Consiglio regionale delle autonomie sociali (CRAS).
Simone Pitossi
Pizzi: «Un momento costituente»
«Il momento costituente non è finito. Anzi, questa è la fase più importante». Così Piero Pizzi commenta l’approvazione dal parte del Consiglio regionale della Conferenza permanente per le autonomie sociali. Pizzi è stato dal 2001 presidente della Commissione Statuto che ha redatto il testo entrato in vigore nel febbraio 2005. Adesso è presidente della Commissione speciale per gli adempimenti statutari a cui sono state affidate alcune priorità: il regolamento interno, l’autonomia consiliare, la qualità della normazione, il collegio di garanzia, la conferenza permanente delle autonomie sociali, le nomine. «Ai cittadini che hanno chiesto che cosa è cambiato con il nuovo Statuto spiega il consigliere regionale di Forza Italia abbiamo spiegato che occorrono le leggi di applicazione perché i principi possano essere realizzati e diventare prassi amministrativa. Il primo passo del nostro lavoro è stato l’approvazione di un ampio stralcio del regolamento interno alla fine del 2006. Adesso l’Aula ha approvato la legge che disciplina la Copas prevista nell’articolo 61 dello Statuto». Questo passaggio non è marginale.
«La partecipazione altrimenti sottolinea Pizzi è più declamata che realizzata. Importanti diventano allora quegli strumenti come la Copas che servono per collegare il Consiglio alla società civile, per svolgere appieno la sua funzione di rappresentanza delle varie componenti organizzate della società ma anche di chi è parte debole, non organizzata e che di solito non ha voce nelle istituzioni». E sarà importante «il lavoro di proposta e soprattutto di verifica che la Conferenza svolgerà sulle leggi approvate dall’Aula». Per la Conferenza è stata scelta poi una struttura «leggera». «Infatti spiega Pizzi il peso economico della Copas sulle finanze del Consiglio regionale è davvero relativo».
Il presidente della Commissione ricorda poi il grande lavoro di mediazione svolto sul tema della famiglia. «Nello Statuto approvato spiega famiglia e convivenze sono posti su due piani nettamente diversi: la famiglia fondata sul matrimonio viene tutelata e valorizzata mentre le convivenze sono riconosciute». E così il percorso prosegue. Infatti in commissione ci sono la legge per le nomine e quella per l’autonomia del Consiglio. «Sono convinto continua che nessuno si sottrarrà al dovere di lavorare per gli adempimenti necessari perché lo Statuto abbia presto le sue fondamentali leggi di attuazione. Naturalmente questo pretenderà ancora alto profilo istituzionale e volontà politiche nitide, premesse ineludibili per continuare questa fase costituente».
Il testo della legge
Per saperne di più