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Nardella, il viaggio (interrotto) in Israele e Palestina
Viaggio organizzato insieme ai Francescani di Terra Santa, interrotto per rientrare d’urgenza a Firenze dopo il grave incidente sul lavoro. Nardella ha invitato i sindaci a Firenze per una grande conferenza di pace
E’ terminata in anticipo rispetto al previsto la missione del sindaco di Firenze Dario Nardella in Medioriente. La notizia del tragico incidente sul lavoro in un cantiere privato a Firenze lo ha raggiunto mentre si trovava a Betlemme, ieri mattina. Il sindaco ha quindi concentrato una serie di incontri nella giornata di venerdì, per poi rientrare nottetempo, cancellando altri tre giorni di programma.
La missione era iniziata giovedì 15 febbraio, con l’incontro tra il sindaco Dario Nardella e il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai, che ha accolto nella sede dell’amministrazione comunale, insieme all’ambasciatore d’Italia in Israele Sergio Barbanti, la delegazione fiorentina composta, oltre che dal sindaco Nardella, dal consigliere diplomatico Cristiano Maggipinto, dal portavoce Giovanni Carta e da Fra’ Matteo Brena, delegato della Toscana ai rapporti con la Custodia di Terra Santa.
Questo viaggio è nato infatti dall’invito del custode di Terra Santa Frate Francesco Patton, nel desiderio di ripercorrere le orme di Giorgio La Pira, che ha dedicato gran parte del suo impegno politico ai rapporti culturali politici e religiosi con Gerusalemme e la Terra Santa.
Il programma centrale si basava su una serie di incontri del sindaco Nardella con alcuni colleghi sindaci in Israele e Palestina, in un momento drammatico di guerra e tensione, in particolare nella Striscia di Gaza.
Nell’incontro a Tel Aviv il sindaco Nardella ha sottolineato il rapporto di amicizia e collaborazione con il collega Huldai e con la sua amministrazione da più di sette anni, grazie al quale la città di Firenze ha potuto sperimentare numerosi progetti nel campo dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale.
Nardella ha richiamato l’importanza dell’impegno di tutti i sindaci, sia israeliani che palestinesi, per giungere a un cessate il fuoco umanitario nel conflitto mediorientale e creare così le condizioni per liberare gli ostaggi delle famiglie israeliane nelle mani dell’organizzazione terroristica di Hamas e allo stesso tempo interrompere l’uccisione di civili innocenti, tra cui molte donne e bambini, nella Striscia di Gaza. La tregua sarebbe anche, ha sottolineato il sindaco di Firenze, la condizione per avviare un percorso di pace in una situazione estremamente complessa e critica. Nel tardo pomeriggio di giovedì la delegazione fiorentina è stata accolta nel centro dove si raccolgono i parenti degli ostaggi e dei dispersi, che hanno costituito un’associazione con l’obiettivo di ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi. Il sindaco ha portato un messaggio di vicinanza umana e ha ascoltato le storie drammatiche raccontate da tre diversi familiari sul sequestro dei loro cari.
Durante gli incontri a Tel Aviv Nardella ha richiamato la rilevanza del voto del Senato italiano sulla mozione presentata dal Pd mercoledì scorso, che ha visto maggioranza e opposizioni d’accordo nel sostegno ad ogni iniziativa volta a perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuoco a Gaza.
In serata la delegazione è stata ospitata presso l’ambasciata italiana a Tel Aviv per un incontro conviviale promosso dall’ambasciatore italiano Sergio Barbanti, alla presenza di esponenti del mondo artistico culturale e universitario della città, e di alcuni rappresentanti della comunità italiana attiva in Israele.
“Sono venuto in Israele e Palestina – ha detto Dario Nardella – soprattutto per ascoltare e comprendere da vicino la realtà di una situazione estremamente complessa e che in Italia come in altri paesi viene distorta da una pericolosa semplificazione”.
Con questo stesso spirito di ascolto e vicinanzala delegazione del Comune di Firenze venerdì mattina si è spostata a Betlemme, città gemellata con Firenze dal 1962. Il sindaco Nardella ha incontrato il sindaco di Betlemme Anton Salman, cristiano palestinese, nipote del sindaco che firmò il gemellaggio con La Pira. All’incontro ha preso parte anche il console generale d’Italia a Gerusalemme Domenico Bellato.
“Abbiamo assicurato a Betlemme – dichiara il sindaco Nardella – ogni collaborazione per lo sviluppo della comunità locale, a partire dal supporto alla progettazione di scuole e altri edifici di pubblica utilità, come e già successo in passato per il campo sportivo da calcio intitolato a Davide Astori”.
Il sindaco Nardella ha invitato i due sindaci di Tel Aviv e Betlemme a Firenze per una conferenza di pace tra le città, da estendere anche ad altri sindaci dell’area, non appena ci saranno le condizioni per iniziare un processo del genere, tenuto conto che al momento queste condizioni non sussistono, come è emerso chiaramente dagli incontri.
La giornata di venerdì è proseguita con la visita al progetto Dar El Majius Community Home a Betlemme e alla Basilica della Natività, dove Nardella – insieme a Fra’ Matteo e a padre Ibrahim Faltas, si è fermato in preghiera per tutte le vittime del conflitto e per le vittime dell’incidente sul lavoro a Firenze.
Nel pomeriggio di venerdì il trasferimento a Gerusalemme per gli incontri con il Custode di Terra Santa frate Francesco Pattòn, il Patriarca di Gerusalemme cardinale Pierbattista Pizzaballa e il Nunzio apostolico in Israele mons. Adolfo Tito Yllana. “Questi incontri – ha detto il sindaco Nardella – sono stati utilissimi a comprendere da vicino l’emergenza umanitaria in atto e ad affermare nuovamente il ruolo di Firenze come costruttrice di dialogo e di pace”.
L’ultima visita a Gerusalemme è stata al Santo Sepolcro dove peraltro si trovano l’altare che fu donato alla Custodia di Terra Santa dal granduca Ferdinando dei Medici e altre opere annesse, alcune delle quali saranno oggetto di un’importante mostra al Museo Marino Marini di Firenze dopo l’estate.
Prima di rientrare in Italia in nottata, il sindaco e i suoi accompagnatori hanno partecipato a un momento conviviale con la comunità francescana della Custodia di Terra Santa.