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NAPOLITANO MESSAGGIO DI FINE ANNO: CON I GIOVANI PER UNA SOCIETA? MIGLIORE

Ha scelto il tema del futuro il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il tradizionale discorso di fine anno, accolto da riscontri ampiamente positivi. C’è una sorta di naturale solidarietà tra la generazione che è uscita dalla guerra, quella di Napolitano, e quella che si affaccia al mondo globale, alla concorrenza planetaria. Questa solidarietà ha per oggetto il futuro e impone di “affrontare i problemi”, dei venti-trentenni. È questo il punto: suscitare un “vasto moto di energie” per affrontare i problemi e in concreto offrire a tutti “opportunità di affermazione reale”.Per molti aspetti andiamo verso novità strutturali e non esistono ricette. Può però esistere una nuova, forte solidarietà, sia orizzontale, sia verticale, tra le generazioni.Non è in gioco solo l’economia, cioè la sostenibilità dei nostri conti e del nostro sistema economico rispetto alla concorrenza globale. È in gioco, in prospettiva, anche la democrazia, così come si è affermata nel secolo scorso. Un cattivo rapporto con il futuro, un senso generalizzato di precarietà, di scoraggiamento può “tenere in scacco la democrazia”. Così come l’aumento delle diseguaglianze e della distanza tra i più ricchi e i più poveri, l’erosione del ceto medio, la de-valorizzazione della cultura e dell’educazione.La consapevolezza dei pericoli, dei rischi, delle incertezze, della criticità non può provocare stallo, non può provocare un atteggiamento passivo di puro consumo delle rendite accumulate negli anni. Le rendite infatti si esauriscono in fretta. Deve produrre dinamismo, investimento. Certo non è facile, perché non ci sono modelli e le ideologie – come la stessa ideologia neo-liberista dominante fino a qualche anno fa – sono per definizione inadeguate.Per questo “vasto moto di energie”, è necessario un orizzonte comune. Questo significa che tutti si devono mettere in discussione e che le buone pratiche, le esperienze innovative, i successi, devono essere fatte circolare, smuovere vecchi riflessi, vecchie rendite, antiche chiusure.Questo “vasto moto” non si può programmare, né parlarne troppo può accelerarlo. Si rischia anche la retorica di maniera. Se non si può programmare questo movimento, se ne possono, se ne devono però favorire e creare le condizioni. Allora è giusto essere esigenti rispetto alla politica, al sistema della comunicazione, alla leadership economica. Sì, si può fare e dunque pretendere molto di più.Così si può essere fiduciosi, responsabilmente. Avere chiari i problemi permette di avviarne la soluzione, che è imprevedibile, perché affidata alla responsabilità, alla creatività, alla iniziativa. Ci muoviamo in un quadro nuovo e la migliore cosa che si può fare per i giovani è fare in modo che possano esprimere le loro energie, la loro creatività, propellente per tutta la società.