Italia

Napolitano: i giovani sono il futuro dell’Italia

“Non vi stupirete, credo, se dedico questo messaggio soprattutto ai più giovani tra noi, che vedono avvicinarsi il tempo delle scelte e cercano un’occupazione, cercano una strada. Dedico loro questo messaggio, perché i problemi che essi sentono e si pongono per il futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell’Italia”. Comincia così il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I giovani si pongono molte domande sul loro futuro e “non possono porsele senza associare strettamente il discorso sull’Italia e quello sull’Europa, senza ragionare da italiani e da europei”, ha detto Giorgio Napolitano sottolineando che “molto dipenderà infatti per noi dalla capacità dell’Europa di agire davvero come Unione: Unione di Stati e di popoli, ricca della sua pluralità, e forte di istituzioni che sempre meglio le consentano di agire all’unisono, di integrarsi più decisamente”. Solo così – non ha dubbi il Capo dello Stato – si potrà non solo superare l’attacco all’Euro e una insidiosa crisi finanziaria nell’Eurozona, ma aprire una nuova prospettiva di sviluppo dell’economia e dell’occupazione nel nostro continente, ed evitare il rischio della sua irrilevanza o marginalità in un mondo globale che cresca lontano da noi”.Per Napolitano, se non diamo ai giovani possibilità di occupazione e di vita dignitosa “è in scacco la democrazia. “Le persone in cerca di occupazione sono tornate a superare i due milioni, di cui quasi uno nel Mezzogiorno”, ha detto, ricordando che “il tasso di disoccupazione nella fascia di età tra i 15 anni e i 24 – ecco di nuovo il discorso sui giovani, nel suo aspetto più drammatico – ha raggiunto il 24,7 per cento nel paese, il 35,2 nel Mezzogiorno e ancor più tra le giovani donne. Sono dati – ha ammonito Napolitano – che debbono diventare l’assillo comune della Nazione”. Il Presidente non ha dubbi, “se non apriamo a questi ragazzi nuove possibilità di occupazione e di vita dignitosa, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per loro, ma per tutti, per l’Italia: ed è in scacco la democrazia”. “Proprio perché non solo speriamo, ma crediamo nell’Italia, e vogliamo che ci credano le nuove generazioni – avverte Napolitano – non possiamo consentirci il lusso di discorsi rassicuranti, di rappresentazioni convenzionali del nostro lieto vivere collettivo. C’é troppa difficoltà di vita quotidiana in diverse sfere sociali, troppo malessere tra i giovani. Abbiamo bisogno – ha aggiunto – di non nasconderci nessuno dei problemi e delle dure prove da affrontare: proprio per poter suscitare un vasto moto di energie e di volontà, capace di mettere a frutto tradizioni, risorse e potenzialità di cui siamo ricchi. Quelle che abbiamo accumulato nella nostra storia di centocinquant’anni di Italia unita”.Ma il discorso del presidente ha spaziato anche su molti altri temi. Ecco alcuni dei passaggi più significativi.ABBATTERE DEBITO PUBBLICO. “Trovare la via per abbattere il debito pubblico accumulato nei decenni; e quindi sottoporre alla più severa rassegna i capitoli della spesa pubblica corrente, rendere operante per tutti il dovere del pagamento delle imposte, a qualunque livello le si voglia assestare. Questo dovrebbe essere l’oggetto di un confronto serio, costruttivo, responsabile, tra le forze politiche e sociali, fuori dall’abituale frastuono e da ogni calcolo tattico”. è l’invito che ancora una volta arriva al mondo politico dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di fine anno. “Ma affrontare il problema della riduzione del debito pubblico – aggiunge il Presidente della Repubblica – così come mettere mano a una profonda riforma fiscale, vuol dire compiere scelte significative anche se difficili. Si debbono o no, ad esempio, fare salve risorse adeguate, a partire dai prossimi anni, per la cultura, per la ricerca e la formazione, per l’Universita”?”, si domanda Napolitano.LEGGE UNIVERSITÀ SIA INTEGRATA DA NUOVE DECISIONI. Il processo attuativo della legge di riforma universitaria, promulgata ieri – “colgo l’occasione per dirlo a coloro che l’hanno contestata – consentirà ulteriori confronti in vista di più condivise soluzioni specifiche, e potrà essere integrato da nuove decisioni come quelle auspicate dallo stesso Senato”. UNITA’ D’ITALIA. La fiducia per lo sviluppo futuro del nostro Paese – politico, sociale, economico che sia – deve trarre la sua forza da quanto seppero fare “giovani e giovanissimi” per “la libertà e l’unità dell’Italia”. Per il Capo dello Stato celebrare l’anniversario dei 150 anni dell’unità del nostro Paese, “come abbiamo cominciato a fare e ancor più faremo nel 2011, non è un rito retorico. Non possiamo come Nazione – ha detto il Capo dello Stato – pensare il futuro senza memoria e coscienza del passato. Ci serve, ci aiuta, ripercorrere nelle sue asprezze e contraddizioni il cammino che ci portò nel 1861 a diventare Stato nazionale unitario, ed egualmente il cammino che abbiamo successivamente battuto, anche fra tragedie sanguinose ed eventi altamente drammatici”. Per Napolitano “vogliamo e possiamo recuperare innanzitutto la generosità e la grandezza del moto unitario: e penso in particolare a una sua componente decisiva, quella dei volontari. Quanti furono – ha ricordato – i giovani e giovanissimi combattenti ed eroi che risposero, anche sacrificando la vita, a quegli appelli per la libertà e l’Unità dell’Italia! Dovremmo forse tacerne, e rinunciare a trarne ispirazioné? Ma quello – non ha dubbi il Presidente – resta un patrimonio vivo, cui ben si può attingere per ricavarne fiducia nelle virtù degli italiani, nel loro senso del dovere comune e dell’unità, e nella forza degli ideali”. Ed è per Napolitano un “patrimonio vivo quello del superamento di prove meno remote e già durissime, come il liberarci dalla dittatura fascista, il risollevarci dalla sconfitta e dalle distruzioni dell’ultima guerra, ricostruendo il paese e trovando l’intesa su una Costituzione animata da luminosi principi”.SALTO DI QUALITA’ PER LA POLITICA. “L’esigenza di un salto di qualità della politica, essendone in giuoco la dignità, la moralità, la capacità di offrire un riferimento e una guida”. Negli ultimi tempi “si è diffusa l’ansia del non poterci più aspettare – nella parte del mondo in cui viviamo – un ulteriore avanzamento e progresso di generazione in generazione come nel passato. Ma non possiamo farci paralizzare da quest’ansia: non potete farvene paralizzare voi giovani. Dobbiamo saper guardare in positivo al mondo com’é cambiato, e all’impegno, allo sforzo che ci richiede”. SFIDA PACE MESSA A DURA PROVA DA CONFLITTI E TERRORISMO. “Siamo tutti chiamati a far fronte ancora alla sfida della pace, sempre messa a dura prova da persistenti e ricorrenti conflitti e da cieche trame terroristiche: della pace e della sicurezza collettiva, che esigono tra l’altro una nuova assunzione di responsabilità nella Comunità Internazionale da parte delle grandi potenze emergenti”. NON SI PUÒ SFUGGIRE A IMPERATIVI ECONOMIA. In alcuni paesi europei “può serpeggiare l’illusione del fare da soli, l’illusione dell’autosufficienza”. Ma “pensare con positivo realismo in termini europei equivale a non illuderci, in Italia, di poter sfuggire agli imperativi sia della sostenibilità della finanza pubblica sia della produttività e competitività dell’economia e più in generale del sistema-paese”. “D’altronde – ha aggiunto il Capo dello Stato – sono convinto che quando i giovani denunciano un vuoto e sollecitano risposte sanno bene di non poter chiedere un futuro di certezze, magari garantite dallo Stato, ma di aver piuttosto diritto a un futuro di possibilità reali, di opportunità cui accedere nell’eguaglianza dei punti di partenza secondo lo spirito della nostra Costituzione”.SIA COSTRUTTIVO CONFRONTO SU RELAZIONI INDUSTRIALI E LAVORO. L’elevamento della produttività del lavoro per Napolitano è una tema “indispensabile”. è “il tema, oggi, di un difficile confronto – che mi auguro evolva in modo costruttivo – in materia di relazioni industriali e organizzazione del lavoro”.. “Reggere la competizione in Europa e nel mondo, accrescere la competitività del sistema-paese, comporta per l’Italia il superamento di molti ritardi, di evidenti fragilità, comporta – per Napolitano – lo scioglimento di molti nodi, riconducibili a riforme finora mancate. E richiede – continua – coraggio politico e sociale, per liberarci di vecchie e nuove rendite di posizione, così come per riconoscere e affrontare il fenomeno di disuguaglianze e acuti disagi sociali che hanno sempre più accompagnato la bassa crescita economica almeno nell’ultimo decennio”.