Toscana

MYANMAR, IN MIGLIAIA PER LE STRADE DI YANGOON SFIDANO LA GIUNTA MILITARE

Ancora proteste e monaci per le vie di Yangoon (Rangoon) a dimostrare contro il caro vita e a chiedere una maggiore partecipazione della collettività alla vita politica ed economica del paese. Le notizie provenienti dal Myanmar sono frammentarie e variano a seconda delle fonti: per le vie della città più importante del paese sarebbero comunque anche oggi in migliaia tra religiosi e civili. La marcia pacifica (tra gli slogan, “Dobbiamo essere uniti”) è iniziata di nuovo dalla pagoda di Shwedagon ed è partita nonostante gli espliciti avvertimenti della giunta militare che finora non ha però opposto grandi resistenze; in precedenza, furgoni governativi muniti di altoparlanti hanno attraversato la città avvertendo i residenti a non unirsi alle marce e minacciando non meglio specificate sanzioni contro i trasgressori. Ieri, almeno in 50.000 avevano sfilato a Yangoon sfidando la giunta militare del generale Than Shwe al potere dal 1962 e proteste simili si erano avute in altre città del paese. Le proteste iniziate timidamente lo scorso gennaio, hanno avuto una eco limitata fin quando a guidarle era la Lega nazionale per la democrazia (Lnd), movimento di opposizione diretto da Aung San Suu Kyi (il premio Nobel per la pace da quattro anni agli arresti domiciliari); ma da quando, nelle ultime settimane, i monaci buddisti (nel paese sono almeno 500.000) hanno deciso di muoversi, i numeri sono cambiati e le piazze si sono riempite.Misna