È cominciato stamattina, sotto una pioggia battente a Yangon, il primo dei tre giorni di lutto nazionale per ricordare le vittime del ciclone Nargis’, mentre si attende per giovedì l’arrivo del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. Il capo dell’Onu, secondo la sua portavoce Michéle Montas, rimarrà due giorni in Myanmar, per recarsi poi a Bangkok per una serie di incontri bilaterali e domenica tornerà a Yangon per partecipare alla conferenza dei paesi donatori per l’emergenza umanitaria organizzata dall’Associazione dei paesi del sud est asiatico (Asean) insieme all’Onu. Il viaggio di Ban in Myanmar sarà dedicato unicamente alle questioni umanitarie, ha detto la portavoce rispondendo a chi chiedeva se il segretario generale dell’Onu avrebbe incontrato anche qualche esponente dell’opposizione birmana. Intanto, oggi Juan José Daboub, direttore generale della Banca mondiale, ha detto da Singapore che l’istituzione da lui guidata non può aiutare finanziariamente il Myanmar, perché si sono accumulati arretrati dal 1998 e la Banca non può legalmente sbloccare i fondi per gli aiuti da destinare alla popolazione colpita dal ciclone. A 18 giorni dal passaggio di Nargis’ non è ancora possibile stilare un bilancio definitivo delle vittime, che, secondo stime ufficiali, sarebbero circa 133.600 tra morti e dispersi, né si conosce il numero degli sfollati e delle persone seriamente colpite, che, secondo l’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari, potrebbero essere più di 2,4 milioni.Misna