Opinioni & Commenti
Mutande con vista
Eh, si fa presto a dire mutanda. Mica ce n’è un tipo solo. Intanto, per sdoganarla qualcuno ha dovuto calare le proprie pretese e andarle incontro: il pantalone. Che si è abbassato per mostrare l’ombelico con piercing e tatuaggio. E la mutanda. Sobria o sportiva, purché griffata. Oppure ridotta a esile cordoncino: un tanga. Mutanda bianca, blu, nera, rossa. La mutanda rialza la testa. Orgogliosa. Firmata. Dotata d’una sua personalità. Al mattino, l’italiano o l’italiana dal cavallo basso per prima cosa pensa: che mutanda mostrare? Quale aspetto di me sottolineare? Rassicurante o aggressivo? Moderato o trasgressivo? Mutanda da olimpionico, da ragioniere o da artista?
La vita si complica, nell’estate del 2003, per i tossici del look. D’altronde la vita bassa, anzi rasoterra impone un ripensamento globale. I capelli, il piercing al naso, la camiciola? Ma no, quest’estate la gente va in giro con gli occhi puntati lì e un pensiero fisso in testa: che mutanda avranno i miei amici? Sarò all’altezza della mutanda altrui? Se sbagli mutanda, rischi di non essere accettato in società. Capite il dramma?
E capite lo spreco? Fino a ieri spendevamo capitali per un capo di vestiario riservato a noi soltanto, al massimo agli amici dello spogliatoio a calcetto, alla lavandaia. Adesso finalmente spendiamo soddisfatti. E spenderemo di più. Vedrete, la mutanda aumenterà di prezzo. Ed è solo l’inizio, perché l’anno prossimo toccherà al pedalino bianco… Fino alla nemesi, al grande riflusso: e sarà l’estate della panciera.
Intanto, rivolgiamo il giusto omaggio a chi precorse i tempi. Ci riferiamo a Dav Pilkey, autore della saga per ragazzi (maschi) di Capitan Mutanda, edita da Piemme. Nella puntata che ho sotto gli occhi deve sconfiggere l’esercito dei Gabinetti Parlanti, decisi ad assoggettare il mondo. Mai prendere sotto gamba la letteratura per l’infanzia.