Cultura & Società
Mustiola, la santa che camminò sulle acque
Santa Mustiola è una delle più antiche Sante toscane, il cui culto in passato è uscito anche dai confini regionali e ora ha il suo centro a Chiusi, mentre altre località mantengono il nome e la tradizione della Santa. Propriamente il nome latino è Mustìola: così si sente correttamente pronunciare dagli studiosi, ma a Chiusi, come altrove nei dintorni, è chiamata Mustiòla e quasi mai Mustìola. Si trova anche Mostiòla. Il nome potrebbe derivare da a musto, da musca, da mus, oppure dalla famiglia dei Mustii.
La leggenda di Mustiola, sempre viva a Chiusi, è antichissima, da assegnare tra la prima e la seconda evangelizzazione della Toscana. Non ha contorni ben definiti, anche se ha elementi fondamentali indiscutibili: le catacombe cristiane di Chiusi che portano il suo nome, le lapidi antichissime, la leggenda del Santo Anello, la scia del Lago di Chiusi. Il Martirologio diceva un tempo di lei: «Clusii in Etruria sanctorum martyrum Irenaei diaconi et Mustìolae matronae, qui sub Aureliano Imperatore diversis atrocibusque suppliciis cruciati, coronam martyrii meruerunt». (Martyrologium romanum Gregorii XIII…, Venezia 1802). «A Chiusi, in Toscana festa dei Santi martiri Ireneo diacono e della matrona Mustiola, che ebbero la corona di martiri sotto l’imperatore Aureliano, dopo essere stata tormentati con molte atroci torture».
Anche se vi sono tracce e segni della sua esistenza, gli eventi della vita sono da assegnarsi alla leggenda e anche a questo proposito a noi interessa più quello che la comunità dei cristiani ha letto e sentito nella sua figura, attraverso simboli, attribuzioni, fatti, fenomeni naturali. Questo a noi interessa e tralasciamo ogni discussione sulla storicità, la cronologia, la documentazione che sono state già oggetto di studi e ognuno può recuperare con la bibliografia sommaria che segnaliamo.
Mustiola non ha una configurazione precisa: nei vari documenti talvolta appare come una matrona chiusina ricca e benefica, più spesso invece una fanciulla mite, dolce, ma intrepida nelle fede. Così la immagina la gente e così è rappresentata dai pittori. Comunque viene il momento in cui a Roma si trova in una difficile situazione, essendo una scomoda testimone e anche, forse, già cristiana. Qui comincia il suo viaggio verso Chiusi. Chi dice che partisse da Roma perseguitata, chi ispirata da Dio, altri perché non gradita a corte, volle ritirarsi nella città dove pare avesse dei beni e delle terre, passando per Sutri, dove incontrò Ireneo, Diacono che si dedicava al seppellimento dei Martiri e alla custodia delle loro tombe. Secondo altre versioni il compagno di Mustiola sarebbe Felice: non ci addentriamo in queste tormentose discussioni, irrilevanti per il nostro argomento.
Vero è che a Sutri esiste un culto di S. Mustiola, che è detta dulcissima. Quanto sia durato il viaggio, quanto abbia soggiornato a Chiusi è impossibile stabilire. A Cesareto, presso Panicale, la tradizione indica una pietra sulla quale la Santa avrebbe lasciato l’impronta del suo piede durante il suo passaggio. Nella città la Santa sarebbe vissuta aiutando i poveri e soprattutto, visitando e assistendo i carcerati, cosa che implica un periodo d’una certa consistenza.
Inseguita dai soldati romani Mustiola si trova davanti alle acque del Lago di Chiusi che le sbarrano il cammino. La Santa allora stende il suo mantello sulle onde, vi sale sopra e attraversa facilmente le acque, sottraendosi alla furia dei persecutori.
A Siena si trova Santa Mustiola alla Rosa che ospitava la Compagnia dei Ciabattini, vicino all’ex Monastero dei Camaldolesi, in cui dal 1692 hanno sede l’Accademia dei Fisiocritici e i Musei dell’Accademia dei Fisiocritici. Anche in altri luoghi esistono, secondo diverse tradizioni, anelli conservati come anelli della Vergine.
L’altro aspetto di questa figura letto dal mondo popolare è quello dell’armonia con la natura e con il mondo umano. Il primo si nota nella portentosa traversata del lago: gli elementi si piegano spontaneamente al suo passaggio, cosa che fa pensare a una reminiscenza di divinità pagana. L’altro è la carità, per cui divide tutti i suoi averi con i miseri, spogliandosi di ogni ricchezza e vano onore.
La Santa probabilmente vi fu sepolta nell’anno 274 e i cunicoli servirono come cimiteri cristiani finché furono interrati forse per preservarli dalle invasioni barbariche. Le catacombe furono comunque devastate e se ne perse la memoria finché, scavando un pozzo, nel 1634 furono ritrovate. Trascurate a lungo oggi sono state ripristinate e preservate, offrendole all’interesse e alla religiosità di visitatori.
La cripta è forse la parte più antica: una primitiva tomba d’origine etrusca, usata per le prime inumazioni e quindi ampliata a dismisura in un complesso vastissimo di gallerie.
Il culto del Santo Anello, come quello della Sacra Cintola della Vergine, si pratica in molte altre località, non sempre collegato a Santa Mustiola, mentre là dove è venerata la Santa di Chiusi si fa spesso riferimento all’Anello. Perugia è ormai il luogo principale di culto, essendo quello di conservazione della reliquia in una cappella della Cattedrale.
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