Toscana

Mps: Tar non sospende «Monti bond», Bankitalia consegnerà delibera. Inchiesta di tre procure

In una nota diramata in mattinata, Palazzo Koch ha chiesto il rigetto del ricorso per inammissibilità e infondatezza, e la «condanna del Codacons al pagamento di una sanzione pecuniaria per lite temeraria, considerata la pretestuosità del ricorso». Bankitalia si è anche detta pronta a consegnare al Tar la delibera con cui il direttorio di Via Nazionale ha espresso parere favorevole ai Monti bond per Mps, esprimendo la sua «piena disponibilità a consegnare il documento al Presidente del Tar, nel rispetto delle norme di legge a tutela delle informazioni sensibili».

La mossa giunge dopo che il Codacons aveva presentato un ricorso al Tribunale amministrativo sul via libera ai Monti-bond da 3,9 miliardi per Mps. La stessa associazione questa mattina ha fatto sapere che invierà anche un reclamo alla Commissione europea «affinché dichiari il sostegno economico fornito in una forma di aiuto di Stato, vietata dalle norme comunitarie, dichiarando quindi illecita l’intera operazione». Dal canto suo, il presidente Carlo Rienzi, uscendo dall’aula ha alzato i toni e accusato Bankitalia, tra l’altro, di «mancanza di trasparenza» ed esortato il governatore Visco alle «dimissioni».

Oggi, al termine dell’audizione delle parti, iniziata intorno alle 10 e alla quale erano presenti, oltre a Rienzi, gli avvocati di Banca d’Italia – Marino Ottavio Perassi, Donatella Lalicata e Olina Capolino -, i legali di Monte Paschi, quelli di Ernst&Young e Kpmg – società di revisione dei conti Mps – e il direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via, il Tar Lazio ha inoltre fissato la prossima udienza al 20 febbraio. Mentre tra lunedì e martedì prossimo dovrebbe arrivare la decisione su come procedere per l’acquisizione della delibera del direttorio Bankitalia del 27 gennaio scorso.

Intanto sulla vicenda Mps indagano le procure di Siena, Trani e Roma. A Siena sono in corso due inchieste, una sull’acquisizione di Antonveneta e l’altra per truffa legata ad alcuni strumenti strutturati. Roma indaga per manipolazione del mercato e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza. Trani per omessa vigilanza da parte di Bankitalia e Consob, nonché nell’ambito di un’altra inchiesta, per truffa e usura, aperta circa un anno fa su derivati «swap» sottoscritti da imprese pugliesi, che vede coinvolte anche Banco di Napoli del gruppo Intesa Sanpaolo, UniCredit, Bnl del gruppo Bnp Paribas e Credem.