Toscana

MOZAMBICO, ESPLOSIONE ARSENALE, UN CENTINAIO I MORTI; TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL PAPA

“Viva partecipazione” e “vicinanza spirituale”: questi sentimenti sono stati espressi oggi dal segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone a nome del Papa, in un telegramma inviato all’arcivescovo di Maputo (Mozambico) per manifestare il cordoglio per le vittime dell’esplosione dell’arsenale militare nei pressi dell’aeroporto internazionale di Maputo, avvenuta giovedì scorso. Il Papa ha assicurato le sue preghiere per le vittime, per i feriti e per i loro familiari e ha chiesto che sia offerta “la necessaria assistenza, in questo momento di prova” a tutti coloro che ne hanno bisogno. A tutti Benedetto XVI ha assicurato “il conforto della benedizione apostolica”.

Inanto continua a salire il bilancio delle persone morte e ferite nell’esplosione del più grande deposito d’armi dell’esercito mozambicano a Malhazine, località periferica nei pressi dell’aeroporto internazionale di Maputo. Lo riferiscono fonti giornalistiche locali, precisando che secondo gli ultimi dati, diffusi ieri sera dalle autorità nazionali, almeno 96 persone sono morte e 391 sono rimaste ferite nell’incidente. Il Consiglio dei Ministri, riunitosi ieri in una sessione straordinaria, ha decretato tre giorni di lutto nazionale e la creazione di una Commissione speciale che dovrà lavorare insieme al Centro nazionale delle operazioni di emergenza per fornire “sostegno umanitario alle persone e alle famiglie colpite dalla tragedia”. Il portavoce del governo ha rassicurato ieri le persone che hanno perso tutti i loro averi nell’incidente, avvenuto giovedì pomeriggio, che “saranno, nella misura del possibile, aiutate dallo Stato” anche nell’organizzazione dei funerali. Intanto il presidente Armando Guebuza, che ieri ha visitato alcuni feriti nell’ospedale centrale di Maputo, ha nominato una commissione d’inchiesta indipendente composta da tre giudici di nomina diretta incaricati di indagare sulle cause dell’incidente e di presentare, entro due settimane, un rapporto dettagliato.

Il ministero della Difesa, ieri, ha ufficialmente attribuito il disastro al “caldo intenso” registrato negli ultimi giorni. Il caldo era stato la causa anche della precedente esplosione di materiale bellico obsoleto avvenuta lo scorso 28 gennaio, provocando quattro feriti, dopo la quale il governo avevano promesso che avrebbero smantellato al più presto l’arsenale di Malhazine. L’opinione pubblica ha già chiesto, attraverso i media, il licenziamento del ministro della Difesa.

Misna