Vita Chiesa
Mozambico e Ecuador, un ponte con la Toscana
Quella di Chibututuine è un’esperienza missionaria particolare, diversa da altre «gestite» dalle nostre diocesi. La parrocchia, in piena campagna, è infatti in tutto e per tutto della chiesa locale: Don Gianluca e gli altri vi sono stati destinati dall’arcivescovo di Maputo, la capitale del paese. Il centro abitato più vicino è a sette chilometri, Maputo a 70, il territorio parrocchiale è un ovale di 35 chilometri per 20.
Le giornate della fraternità missionaria cominciano con la preghiera comune delle lodi al mattino. In comune è anche il pranzo, mentre la cena di solito viene consumata separatamente perché è giusto che la famiglia viva anche una propria intimità. La sera non ha regole fisse, ci si può rivedere come no, ma non si sta in piedi a lungo perché il ritmo delle giornate è scandito dalla luce del sole. Ci si alza quindi verso le 5,30 e si va a letto altrettanto presto, perché manca l’elettricità e bisogna vivere secondo i ritmi della natura. Questo per una scelta, per quanto possibile, di condivisione delle condizioni di vita dei parrocchiani: così non c’è neppure il telefono e, per quanto riguarda l’acqua, c’è solo un rubinetto all’esterno della casa.
Gli ultimi due anni a Chibututuine sono stati molto gravosi, contrassegnati dall’emergenza per l’alluvione che ha colpito pesantemente, tra le altre, proprio questa zona. Si è dovuto, racconta don Gianluca, ricostruire 500 case di canne e riscavare i pozzi, poiché paradossalmente una delle conseguenze di questa calamità è stata proprio la mancanza dell’acqua potabile. Per sei mesi si è riusciti a garantire un migliaio di pasti in cambio di lavori socialmente utili. Un impegno che sta finendo adesso con un sospiro di sollievo, ma non tanto per la fatica: «È stato un bel momento spiega il sacerdote pitiglianese ma siamo contenti che sia finito, perché con il ritorno alla normalità possiamo pensare a progetti di coscientizzazione per uscire sempre più da una concezione assistenzialistica e aiutare piuttosto la gente a camminare con le proprie gambe». Il classico «insegnare a pescare», insomma, anziché regalare il pesce.
Nel Vicariato apostolico di Esmeraldas, in Ecuador, i sacerdoti della Diocesi di Prato operano ad Atacames e a Malimpia. Don Luca Finocchi (51 anni) è giunto ad Atacames nell’ottobre 1989, seguito pochi anni dopo dal fratello, don Giovanni (43 anni); mentre, a Malimpia dal 3 gennaio del 1982, vive ed opera don Bruno Strazieri (59 anni). L’impegno dei sacerdoti, affiancati dalle suore, da missionari laici e talvolta da volontari mira soprattutto a fornire un sostegno spirituale e religioso, vuole assicurare una più adeguata assistenza sanitaria, una formazione scolastica e professionale e tende a potenziare le tecniche agricole.