Cultura & Società
MOSTRE: STORIA E VITA DI 758 PREMI NOBEL A FIRENZE UNICA TAPPA ITALIANA
Storie e talenti dei 19 italiani vincitori del Nobel saranno omaggiati, tra i 758 premiati in oltre un secolo di assegnazione del premio, in Palazzo Strozzi a Firenze per la mostra «Beautiful minds. Premi Nobel. Un secolo di creatività», dedicata al riconoscimento istituito nel 1901 da Alfred Nobel (Stoccolma 1833-Sanremo 1896). La rassegna è l’unica tappa italiana dopo i precedenti allestimenti visibili in Europa, a Stoccolma ed Oslo, per le celebrazioni del centenario del premio, ed una parentesi negli Stati Uniti e in Giappone.
Per i Nobel italiani è un vero omaggio, che consiste nell’allestimento di una sezione appositamente dedicata a loro. Schede, cimeli e diagrammi illustreranno il prestigio di Guglielmo Marconi, Enrico Fermi, Emilio Gino Segrè, Carlo Rubbia e Riccardo Giacconi premiati per la fisica; Giulio Natta per la chimica; Camillo Golgi, Daniel Bovet, Salvador Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini per la medicina; Giosuè Carducci, Grazia Deledda, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale e Dario Fo per la letteratura; Ernesto Teodoro Moneta per la pace; Franco Modigliani per l’economia.
Rilievo verrà dato anche a due ambienti creativi in cui operarono alcuni Nobel italiani: l’Istituto di Fisica di via Panisperna a Roma, dove lavorò Fermi, e la scuola di Giuseppe Levi a Torino dove si formarono Luria, Dulbecco e Montalcini. In generale, la mostra dà spazio ad un allestimento suggestivo con molte soluzioni multimediali: video; pannelli didascalici; marchingegni che nel percorso espositivo avvolgono i visitatori; 40 cortometraggi che illustrano i luoghi e gli ambienti in cui operarono alcuni premiati. A parte la sezione italiana, sono 32 i premi Nobel di cui tratta la mostra, fra cui Pierre e Marie Curie, Einstein, Enrico Fermi, Pasternak, Thomas Mann, il Dalai Lama. Vengono indagati anche gli ambienti in cui operarono, cercando di suscitare un dibattito su quanto essi abbiano potuto influire sulla creatività dei premiati. Tra gli ambienti descritti figurano la Parigi degli anni ’20 culla di Nobel per la letteratura come Hemingway e Beckett; la Ginevra di oggi e le caffetterie del Cern per la fisica; i college di Chicago per l’economia; Cambridge per le scienze. Altre sezioni illustrano premi controversi (come quelli al padre della guerra chimica Fritz Haber e quello a Jean-Paul Sartre, l’unico ad averlo rifiutato), e gli ultimi anni di vita di Nobel a Sanremo. Previste iniziative collaterali: una è l’assegnazione di premi Nobel ‘alla memoria’ per personaggi vissuti in epoche precedenti all’istituzione del premio. Si tratta di un sondaggio possibile al sito Internet www.imss.fi.it che rimette in gioco personaggi vissuti in secoli «orfani» del Nobel come Ippocrate, Mendeleev, Gutenberg, Abramo Lincoln, Dante Alighieri o William Shakespeare.
La mostra è stata presentata alla stampa nella sede di Palazzo Strozzi da rappresentanti degli enti promotori, tra cui il presidente della Fondazione Nobel di Stoccolma, Bengt Samuelsson, dal direttore del museo Nobel di Stoccolma, Svante Lindqvist, dal direttore dell’Istituto e museo di Storia della scienza, Paolo Galluzzi, dal vicepresidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Edoardo Speranza, dal vicepresidente di Firenze Mostre spa Alfonso De Virgiliis, dall’assessore alla cultura del Comune di Firenze, Simone Siliani. Coordinava Alessandro Cecchi Paone della trasmissione «La Macchina del Tempo». La mostra ha l’Alto patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio dei Ministeri dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e di quello per i Beni e le attività culturali e rimarrà aperta fino al 2 gennaio 2005.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra è stato chiesto al presidente della Fondazione Nobel di Stoccolma, se è possibile che il premio nobel per la letteratura venga assegnato al poeta toscano Mario Luzi, tra i maggiori interpreti dell’Ermetismo, nonché unico testimone di quella stagione. «Non posso dire niente perché la scelta della rosa dei candidati e i lavori della commissione sono segreti, così come lo è la procedura di assegnazione», ha risposto Samuelsson, già a sua volta premio Nobel per la medicina nel 1982, che ha precisato: «la procedura per scegliere il vincitore del Nobel per la letteratura, come avviene per le altre sezioni, oltre ad essere segreta non dipende dalla Fondazione ma da uno specifico comitato coordinato dall’Accademia di Svezia. Sapremo chi avrà vinto solo la sera della consegna».