Arte & Mostre

Mostre: allo spazio MOO a Prato la “La Messa è finita” dedicata a don Giuseppe Billi

Una proposta per la Ventesima Giornata del Contemporaneo sostenuta da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani

al Moo di Prato una mostra dedicata a don Giuseppe Billi

L’autunno è alle porte, la stagione artistica riprende celermente il suo ritmo allegro ma non troppo. Rimanendo fedele alla sua linea di ricerca, che negli ultimi due anni ha tracciato un’alternanza tra artisti professionisti e personalità inclini al settore, MOO è lieta di proporre per la Ventesima Giornata del Contemporaneo sostenuta da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani una mostra incentrata sulla figura del critico d’arte Giuseppe Billi, figura intellettuale nota nel panorama locale in quanto riveste l’incarico di parroco della pieve di San Pietro in Figline di Prato, ma soprattutto per essere uno dei promotori più rilevanti dell’arte contemporanea negli ambienti ecclesiastici (attualmente responsabile della Commissione arte sacra della Diocesi di Prato e già Curatore Ufficiale per l’Arte contemporanea per la CEI), curatore di diverse Biennali di Arte Sacra, studioso instancabile fin dalla qualifica di storico dell’arte presso l’Università degli studi di Firenze.

Partendo sempre dagli oggetti come inneschi per espedienti narrativi ed esperienziali, la mostra presso lo spazio MOO intitolata “LA MESSA È FINITA” vuole riconsiderare un punto di vista originale e coattivo nella storiografia artistica recente, lo sguardo pertinente e colto di Monsignor Giuseppe Billi, non privo di posizioni forti ed una certa causticità.

Cogliendo l’opportunità del tema proposto da AMACI per questa edizione della Giornata del Contemporaneo, «tema dell’accessibilità, intesa in senso ampio come abbattimento delle barriere culturali, intellettive, sensoriali e architettoniche, per garantire il pieno accesso alla cultura contemporanea, in risposta alla necessità di ripensare il sistema dell’arte tramite una maggiore consapevolezza e una più diffusa sensibilità» si è voluto intercettare un “outsider” del suo campo, ricercatore anti-tradizionalista ed accumulatore di libri, memorie, scritti e tanti (tanti!) oggetti d’arte.