Cultura & Società
Morto stamani il vignettista Sergio Staino
Bobo è rimasto orfano. Il suo “babbo” Sergio Staino se n’è andato stamani, stroncato dalla malattia che lo aveva costretto al ricovero presso l’ospedale Fiorentino di Torregalli. Da tempo alle prese con problemi di salute, e in particolare di vista che avevano reso particolarmente faticosa l’ultima parte della sua carriera, Staino – nato a Piancastagnaio 83 anni fa e residente sulle colline di Scandicci – è stato fin dall’esordio nel 1979, sulle pagine di Linus (dove Bobo, il suo personaggio più famoso debuttò nel 1979), un vignettista amato non solo dagli appartenenti alla sua stessa area politica – la sinistra – ma da tanti altri che apprezzavano la sagace ironia dei suoi quadretti familiari, in cui sulla critica, l’amarezza e la disillusione quasi sempre presenti finiva sempre per prevalere il sorriso.
Nella sua attività professionale non sono mancate neppure la scrittura e la regia come anche direzioni e collaborazioni in tv e nei giornali, a partire dal settimanale satirico Tango e tra i quali naturalmente l’Unità, che ha pure guidato per un periodo. ll suo dichiarato ateismo non gli ha poi impedito, in anni più recenti, di collaborare anche con Avvenire.
Tra i messaggi di cordoglio anche quello dell’Ast. “Il presidente Sandro Bennucci e tutti gli organismi dirigenti dell’Associazione Stampa Toscana si stringono alla famiglia per la scomparsa di Sergio Staino, il mitico ‘Bobo’, re della satira, ex direttore de L’unità, protagonista da oltre mezzo secolo con i suoi disegni”. “Si era saputo imporre con il suo stile semplice ma straordinariamente incisivo – si legge ancora nel messaggio dell’Ast -. Pronto a impegnare anche le figure della famiglia, a farsi porre domande e a dare risposte, con la sua matita sempre dalla parte di chi lavora, di chi lotta, di chi è sfruttato. Non a caso teneva molto al sindacato, ad essere uno degli iscritti all’Associazione Stampa Toscana. Dove veniva personalmente, accompagnato dalla moglie. Ci mancheranno il suo lavoro, le sue intuizioni, i suoi ‘graffi'”.