Vita Chiesa
Morto in Bolivia padre Tarcisio Ciabatti, missionario toscano tra i Guaranì
Tanti anni nei villaggi dei Guaranì, ha creato una scuola per infermieri Nel 2023 aveva ricevuto la laurea honoris causa all'università di Camiri

È morto in Bolivia padre Tarcisio Ciabatti, frate minore, missionario in Bolivia dai primi anni settanta. Originario di Dama, paese ai piedi del santuario della Verna, è stato il primo parroco, molto amato, della chiesa della Resurrezione del quartiere Varignano a Viareggio. In Bolivia chiese una piccola parrocchia (Gutierrez) sulla arteria panamericana che da Santa Cruz de la Sierra porta verso l’Argentina, in mezzo alle popolazioni Guaranì. Nei primi anni ottanta fu nominato responsabile del Convenio de salud (convenzione col governo boliviano per la gestione dell’ospedale di Camiri). Se ne occupò a lungo, migliorando struttura e servizi, ma si era reso conto che il tutto non coglieva appieno lo spirito guaranì nel concepire e occuparsi della vita e della cura. Allora ha «inventato» il Tekove Katu, una scuola per infermieri di etnia guaranì e destinati, in collegamento con le strutture sanitarie, alle comunità di origine. La formazione è affidata a ottimi insegnanti provenienti da ospedali e università. Dagli anni ottanta a oggi ha avuto molti collaboratori italiani. Medici e infermieri da varie Università, prima fra tutte la facoltà di malattie infettive di Firenze. Nel 2023 l’Università di Camiri (università laica, in un Paese in cui il governo non è benevolo con la Chiesa) gli aveva conferito la laurea honoris causa, riconoscimento ufficiale della bellezza della sua vita, del suo lavoro, della sua umanità e spiritualità.
Lo ha ricordato anche l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti: “Padre Tarcisio Ciabatti – scrive – è una di quelle figure che segnano un riferimento per le comunità cristiane. La sua missionarietà, vissuta come francescano a Viareggio, specialmente nel difficile quartiere Varignano, è stata d’esempio anche nella diocesi di Lucca e nella città dove ha operato. Lo pensiamo gioioso nell’abbraccio luminoso del Padre, affidiamo alla sua intercessione il progresso umano e sociale di Viareggio e di tutta la nostra diocesi. Un altro testimone di speranza ci guida per questo anno giubilare. Ci stringiamo a tutti coloro che ha incontrato e che hanno beneficiato della sua fede e della sua carità”.
arcivescovo di Lucca
