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Morto il pittore Angelo Vadalà noto a Firenze e nel mondo per le opere ritrattistiche, mitologiche e religiose

Il settore in cui eccelse fu quello del ritratto, tanto da essere considerato uno dei migliori ritrattisti contemporanei in Italia e all’estero

Angelo Vadalà fotografato con le sue opere dedicate al volto di Cristo

di Maria Francesca Gallifante

L’artista Angelo Vadalà, nato a Messina, trovò a Firenze radici per la sua ispirazione. Lunedì scorso ci ha lasciati ed è un lutto per la città che lui prediligeva, pur avendo tenuto per diversi anni uno studio anche a Milano. Le esequie saranno celebrate oggi pomeriggio alle ore 17, nella Chiesa di San Francesco e Santa Chiara a Montughi, via dei Cappuccini 1 a Firenze.

Iniziò a dipingere quando era dodicenne e all’età di 18 anni, lasciò la Sicilia scegliendo di vivere e studiare a Firenze, dove per due anni frequentò la facoltà di architettura. Presto si rese conto che il suo amore per l’arte lo portavano a prediligere la visita dei musei, delle chiese e palazzi rinascimentali. Gli studi di architettura gli avevano permesso di padroneggiare nella tecnica del disegno. L’innato talento artistico lo portarono a cimentarsi anche nel campo della pittura, prendendo come modelli d’ispirazione Leonardo Da Vinci, Velàzquez e Caravaggio, tre artisti che amava incondizionatamente.

A partire dagli anni ‘60, Vadalà continuò a studiare l’arte da solo e si trasferì a New York, dove conobbe il movimento realista e le tendenze di pittura figurativa americana. In un percorso durato quindici anni riuscì a sviluppare uno stile personale, in cui aveva come capisaldi la perfezione tecnica e i temi onirici. Negli anni ‘80 rivolse i suoi studi verso l’arte neoclassica e romantica, quella orientale, fu inoltre influenzato dalla mitologia greca e romana.

Il settore in cui eccelse fu quello del ritratto, tanto da essere considerato uno dei migliori ritrattisti contemporanei in Italia e all’estero. Ha effigiato importanti personaggi della scena culturale, dello spettacolo, del mondo della finanza, nonché rappresentanti politici e dell’aristocrazia europea. Rammentiamo Cinzano, Rod Stieger, Jonny Hallyday, il Presidente del Senegal…

Ha vinto numerosi premi in concorsi d’arte in Italia, gli sono state commissionate opere pubbliche e per la Chiesa cattolica. Quadri di Vadalà sono stati esposti in mostre museali allestite in Italia e negli Stati Uniti, tra cui il Museum of Modern Art di New York.

Quello che più cercava nei dipinti o disegni era: “catturare la forma umana, in tutta la sua bellezza e maestosità e diventare parte della lunga eredità degli artisti italiani che lo avevano preceduto”.

Ho avuto il grande privilegio di conoscere Angelo Vadalà e la sua famiglia, è stato per me un caro amico che mi ha insegnato tanto ed ora rimpiango i nostri incontri nel suo studio, in un palazzo storico vicino a piazza Santa Croce.

La nostra amicizia iniziò dapprima con la moglie Antonietta, quando studiavo alla facoltà di Economia e commercio di Firenze, lei era segretaria del dipartimento di Scienze economiche. Dopo alcuni anni incontrai Angelo e sua figlia Alessandra, da allora mi recavo spesso a trovarlo. Nel 2010 in occasione dello spettacolo dedicato a Marguerite Yourcenar che allestimmo a Vienna, con Alessandra Vadalà realizzò un doppio ritratto della Yourcenar, per la locandina. Parteciparono alla rappresentazione l’attrice Anna Montinari, scomparsa recentemente e la danzatrice Anne-marie Goëau-Brissonnière, in arte Maria Brissonskaya, ultima partener di Rudolf Nureyev.

Quel ritratto è stato esposto in mostre e a tutte le conferenze che negli anni ho organizzato a Firenze, in collaborazione con l’associazione Antinoo per l’arte-Centro Documentazione Marguerite Yourcenar di Roma. Presentai ad Angelo Laura Monachesi, la fondatrice e presidente e da allora fiorirono tante iniziative. Memorabile l’evento su: “La giovane Marguerite”, curato da Enzo Cordasco, al caffè letterario “Le Giubbe Rosse”, grazie all’amico Jacopo Chiostri. Poi le due conferenze all’Accademia delle Arti del Disegno con lo storico dell’arte Raffaele Mambella e Françoise Bonali Fiquet, studiosa della Yourcenar, un sentito grazie alla Presidente Cristina Acidini. Il ritratto fu edito su copertine e pubblicazioni dedicate alla Yourcenar curate da Enzo Cordasco, Françoise Bonali Fiquet ed altri scrittori.

Nel suo studio vidi nascere e completare, oltre al quadro dedicato alla Yourcenar, tante altre opere, mi affascinava vedere come lavorava sulla tela o con la matita e i pastelli. Per me era anche un maestro di vita, la foto più bella di Angelo è quella che gli ho scattato con il grande cavalletto e sopra tre volti di Cristo splendidi, che è allegata a questo articolo per i lettori di “Toscana Oggi”, che vuol essere un ricordo non solo dell’artista, ma di un grande amico.