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MORTO GIORGIO SPINI: GENERAZIONI ALLIEVI FORMATI DAI SUOI TESTI
Storico di fama internazionale e autore di una fortunata serie di libri di testo per le scuole che hanno formato generazioni di studenti, Giorgio Spini ha raccontato con puntualità e rigore tutta l’epoca moderna e contemporanea. Ma il suo secolo preferito era il Seicento studiato in Europa, ma anche oltre Atlantico con la sua opera “Autobiografia della Giovane America” dedicata alla storiografia dei padri pellegrini. Ha anche ricostruito la storia del principato mediceo del Cinquecento e di Firenze dopo l’Unità d’Italia.
Giorgio Spini è nato a Firenze il 23 settembre 1916. Ha insegnato in Italia, nelle Università di Messina e di Firenze, e negli Stati Uniti, all’Harvard University, all’University of Wisconsin, e all’University of California (Berkeley). Ha svolto le sue ricerche storiche anche in Spagna, negli Stati Uniti, in Svizzera, a Londra e a Parigi ed è stato presidente dell’Istituto Socialista di Studi Storici e condirettore della “Rivista Storica italiana”.
La sua cultura protestante (era membro della Chiesa Evangelica Valdese e Metodista) gli ha permesso di spiegare agli italiani la vicenda della Riforma, un tema molto presente nella sua “Storia dell’Età Moderna da Carlo V all’Illuminismo”, un’opera in tre volumi edita nel 1988 che lo ha consacrato come grande storico. Aveva aderito al Partito d’Azione e dopo l’8 settembre 1943 aveva passato clandestinamente le linee del fronte per ricongiungersi all’esercito italiano nell’Italia liberata. Aveva fatto poi la guerra di Liberazione per tutta la penisola, distaccato presso l’VIII armata britannica. E’ stato il primo ufficiale italiano ad entrare in Firenze e, probabilmente, il primo ufficiale alleato a passare l’Arno ed ha raccontato queste vicende in “La Strada della Liberazione”, pubblicata nel 2003 a cura del figlio Valdo.
Proprio in occasione del 60/o anniversario della Liberazione di Firenze, nel 2004, ha ricevuto il Fiorino d’ oro “per il contributo dato alla vita politica, culturale e sociale della città” e per aver contribuito, con i suoi scritti durante i giorni della guerra, “a quella svolta dell’atteggiamento degli Alleati nei confronti della realtà politica e militare della Resistenzà che cominciò proprio dall’ eroica vicenda fiorentinà.
Della sua imponente produzione saggistica fanno parte, tra gli altri, oltre ai testi già citati, “Cosimo I dei Medici” (Firenze, 1970), “Ricerca dei libertini. La teoria dell’impostura delle religioni nel Seicento italiano” (Firenze, 1980), “Risorgimento e protestanti” (Milano, 1989), “Incontri europei e americani col Risorgimento” (Firenze, 1990) “Barocco e puritani. Studi sul Seicento in Italia, Spagna e New England” (Firenze, 1991). La sua ultima pubblicazione è stata “Il Protestantesimo italiano del novecento” (Napoli, 2005). E’ morto mentre stava lavorando all’edizione di una serie di conferenze su Eleonara Fonseca Pimentel, tenute nel dicembre scorso all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. (ANSA).