Vita Chiesa
Morti sulle strade della missione, la Toscana abbraccia i Cappuccini
di Riccardo Bigi
«Perché proprio io? Non si può sapere, non sono migliore dei miei compagni, ma Gesù mi ha amato in un modo esclusivo». Con queste parole padre Luciano Baffigi, Ministro Provinciale dei frati Cappuccini della Toscana, aveva ricordato alcuni anni fa la sua vocazione festeggiando all’eremo delle Celle, a Cortona, dove è stato Guardiano per tanti anni, il 25° dell’ordinazione sacerdotale.
Una domanda che potremmo ripetere in questi giorni: «perché proprio loro?» Una domanda che è sicuramente risuonata nel cuore di tante persone dopo la tragedia che, la scorsa settimana, si è portata via insieme a padre Baffigi (64 anni) anche padre Corrado Trivelli (77 anni), segretario per le missioni della Provincia toscana dei Cappuccini, e padre Silverio Ghelli (73 anni), originario di Stia, in Casentino, che dal 1967 (poco dopo l’ordinazione) lavorava per le missioni in Tanzania. Insieme a loro anche Andrea Ferri, 36 anni, di Cerbaia (Firenze), un giovane che frequentava da tempo le attività dei cappuccini. (nella foto i tre cappuccini morti)
Morti per un incidente stradale mentre viaggiavano, sulle disastrate strade africane, per visitare la missione: la presenza dei Cappuccini toscani ha portato grandi frutti nella crescita umana e spirituale della Tanzania. Grazie anche alla presenza dei missionari toscani, infatti, si è formata una Provincia tanzanese dei Cappuccini, con molti frati di origine locale, e alcune diocesi sono guidate da vescovi francescani. I frati gestiscono parrocchie, scuole, un ospedale, opere sociali, si occupano di evangelizzazione e di assistenza ai poveri.
La missione africana è la più «giovane» tra quelle della Provincia toscana, nata dopo quella in India (che risaliva addirittura al ‘700 ed è stata chiusa di recente) e a quella in Arabia da cui è rientrato di recente padre Bernardo Gremoli, per un trentennio Vicario apostolico.
Le salme dei tre frati e del volontario sono rientrati martedì dalla Tanzania: ad accompagnarli è stato padre Stefano Baldini Orlandini, Vicario Provinciale, che ha partecipato anche alle prime celebrazioni di suffragio che si sono svolte tra domenica e lunedì nel villaggio Pugu, dove padre Silverio svolgeva il suo ministero, e nella parrocchia di Msimbazi, a Dar Es Salaam, affidata ai Cappuccini. Mercoledì invece, nella basilica di Santa Croce a Firenze, i funerali dei tre frati, presieduti dall’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori e concelebrati dal Ministro Generale dei Cappuccini padre Mauro Jöri. Infine la sepoltura: per padre Corrado e padre Silverio nella cappella dei Cappuccini a Trespiano, sulle colline fiorentine; padre Luciano Baffigi invece nella sua terra di origine, l’Isola del Giglio. Qui infatti era nato nel 1947; da qui era partito ad appena 11 anni, per entrare nel seminario dei frati di Ponte a Poppi iniziando il cammino che lo avrebbe portato alla professione perpetua e all’ordinazione sacerdotale. Ha svolto il suo ministero a Pistoia, a Poppi, a Firenze; nel 1992 era arrivato a Cortona come padre guardiano dell’Eremo delle Celle, punto di riferimento spirituale di tanti giovani e adulti. Dal 2007 era il Ministro Provinciale dei Frati Cappuccini Toscani.
Era nato a Livorno, invece, padre Corrado Trivelli; per più di vent’anni è stato nel convento di Siena, quindi era approdato alla casa dei Cappuccini di via Diaz, a Prato. Parroco e frate al tempo stesso, oltre che animatore della Gifra (la Gioventù francescana) e dell’Ordine francescano secolare. Ma il suo cuore era soprattutto per le missioni. Animazione missionaria, organizzazione di viaggi in Africa, coinvolgimento di tanti giovani che venivano trascinati dal suo entusiasmo. Non rinunciava neppure allo sport, al ruolo di direttore spirituale della squadra femminile di ciclismo della Fanini: a ogni corsa portava il suo banchino per distribuire materiale e per raccogliere qualcosa per le missioni.
Per Andrea Ferri il funerale si è svolto nella chiesa di Cerbaia. Per lui il ricordo degli amici, i canti che lui stesso aveva composto e le parole del Cantico dei Cantici che la fidanzata, Ilaria, ha lasciato sulla sua bacheca di facebook mentre aspettava che il suo corpo fosse riportato in Italia: «Forte come la morte è l’amore».