Pisa

MORIRE DI FREDDO A NATALE

di Francesco PalettiDue sacchi a peli termici e una stanza calda non sono bastati. Karsten Stabel, per tutti «Devilino», senza dimora tedesco di 36 anni,  si è addormentato la sera di sabato in una camera calda del Convento di Santa Croce in Fossabanda e non si è più svegliato.  «Lo avevamo accolto qui per offrigli un posto caldo in cui riposare nei giorni di maggiore gelo» racconta padre Francesco Baldini, il frate minore che il giorno seguente, non vedendolo arrivare per la messa, è andato a cercarlo e ha scoperto il decesso. «Devilino stava male, soffriva di tutte le conseguenze che possono derivare da un lungo periodo di alcoolismo cronico, una problematica molto diffusa fra le persone che vivono per strada – dice -: ma quando lo abbiamo accolto sinceramente non pensavamo a nulla del genere perché, in altre circostanze, lo avevamo trovato pure in situazioni peggiori».Al Convento di Santa Croce in Fossabanda lo conoscevano bene perché «Devilino» era solito fare l’elemosina davanti all’ingresso della chiesa: «Aveva molti problemi di salute, legati alla vita che conduceva, ma era una persona assolutamente tranquilla –spiega padre Baldini -: vorremmo ricordarlo con una celebrazione qui nel nostro convento non appena saranno completati tutti gli accertamenti da parte delle autorità competenti». La sua “casa” era una vecchia roulotte posizionata in un angolo del grande parcheggio di via Paparelli: è lì che viveva, e soprattutto, scriveva. Quaderni in cui appuntava tutto e, soprattutto, in cui annotava i testi delle canzoni che avrebbe voluto cantare, perché «Divelino» suonava la chitarra e amava la musica come sanno tutti coloro che hanno partecipato, nell’ottobre scorso, alla “cena dei senza dimora” e lo hanno sentito intonare “The Wall” dei Pink Floyd. Allo roulotte, invece,lo hanno incontrato venerdì sera, per l’ultima volta, gli operatori dell’unità di strada di “Homeless”, il progetto della Società della Salute dedicato alla cosiddetta “alta marginalità” e che include anche l’asilo notturno di Porta a Mare. Gli hanno lasciato due degli oltre settanta sacchi a pelo termici, utilizzabili anche quando la colonnina di mercurio scende abbondantemente sotto lo zero, in occasione della distribuzione straordinaria di venerdi e sabato.Per due giorni gli operatori hanno battuto tutti i luoghi di ritrovo e i rifugi di fortuna dei “senza dimora” pisani: la zona della Stazione sicuramente, ma anche via di Pratale e via del Brennero, il Cep, Cisanello e l’area di Porta a Mare lungo il Canale dei Navicelli. Un lavoro aggiuntivo a quello dell’“emergenza freddo” vera e propria, lanciata dalla SdS della Zona Pisana già dall’inizio del mese: ampliati fino alla capienza massima i posti letto disponibili alla struttura d’accoglienza di via Conte Fazio, passati da 25 a 31 ed  operatori e volontari dell’associazione “Amici della Strada” impegnati quasi tutte le sere nella distribuzione itinerante di pasti e bevande calde e sacchi a pelo: «E’ così dall’inizio di dicembre – spiega la presidente della Società della Salute della Zona Pisana Maria Paola Ciccone-: ma abbiamo deciso di rafforzare ulteriormente il servizio in considerazione quando abbiamo saputo dell’ondata di gelo che si sarebbe abbattuta su tutta la Toscana la scorsa settimana».  Oltre ai sacchi a pelo e alle coperte, come ogni anno operatori e volontari distribuiscono anche bevande (tè e caffe) e pasti caldi: un primo, un secondo con contorno, frutta e acqua. Una quarantina circa quelli consegnati ogni sera. «La distribuzione è itinerante avviene direttamente nei rifugi improvvisati e negli altri luoghi di ritrovo in cui i senza dimora trascorrono la notte – continua Ciccone -: in questo modo riusciamo a raggiungere quasi tutti coloro che hanno bisogno ed evitiamo anche il formarsi di crocchi di persone in zone della città già significativamente investite da fenomeni di disagio sociale».In tutto sono circa 250 i senza dimora “pisani” stimati da progetto “Homeless”. In maggioranza si tratta di immigrati (57,4%), ma non sono pochi neppure i cittadini italiani: 109 in tutto, pari al 42,6% del totale. E soprattutto in aumento di poco meno di un sesto rispetto all’anno precedente: fra il 2009 e il 2010, infatti, quest’ultimi sono aumentati del 13% contro una crescita del 10,4% dei “senza dimora” stranieri.