Toscana

Monticchiello, malumori e ironia

DI MARCO LAPIUn’inutile prova di forza o un’astuta manovra tattica, magari per giungere a una qualche rivalsa economica. A quale di questi due estremi sia più prossima la decisione di «Iniziative Toscane srl» di riprendere i lavori per il completamento del discusso progetto prossimo alle mura di Monticchiello – contravvenendo alla sospensiva legata al «procedimento per la per la tutela indiretta» avviato dal Ministero guidato da Francesco Rutelli – per ora non è dato sapere. Le reazioni non si sono fatte attendere: da Roma è partito un fax per il Comune di Pienza, con l’invito a vigilare e, nel caso, a intervenire per imporre con la forza pubblica una nuova sospensione dei lavori.

Dal Consiglio Regionale è invece venuta una nota di Erasmo D’Angelis, consigliere della Margherita, nonché presidente della commissione consiliare territorio e ambiente. «Auspichiamo da parte di Iniziative Toscane srl – ha affermato D’Angelis – la fine delle iniziative unilaterali e delle prove di forza. Sarebbe l’ora della massima collaborazione e del massimo dialogo con le istituzioni. Di sacro e inviolabile c’è solo la tutela dei valori paesaggistici, storici e ambientali di una Toscana che fa il giro il mondo per la sua bellezza e unicità, e rispetto ai quali bene ha fatto il ministero per i beni culturali a imporre misure di mitigazione e salvaguardia».

«Quel progetto di 95 unità immobiliari distribuite in 11 lotti a ridosso del piccolo suggestivo borgo di circa 150 abitanti – ha continuato D’Angelis – è una di quelle lottizzazioni di tipo speculativo, da periferia metropolitana, che fortunatamente non saranno più possibili con la prossima approvazione del Piano di indirizzo territoriale e del Codice del Paesaggio», grazie al quale, ha concluso, «non sarà permesso lo stravolgimento del profilo collinare, del paesaggio e del contesto sociale che sono la ricchezza di un territorio unico al mondo come quello della Provincia di Siena».Meno male.

Ma intanto il clima che comincia a serpeggiare nei pressi dell’antico borgo della Val d’Orcia non è dei migliori. Come spesso accade quando c’è di mezzo la tutela del paesaggio, il rischio è quello di fare di tutta l’erba un fascio e può finire che a rimetterci sia il giusto per il peccatore. La temporanea «immodificabilità delle aree e degli immobili» decisa in via cautelare contestualmente all’avvio del procedimento per la tutela indiretta – che dovrà concludersi entro 240 giorni dal 24 gennaio, quindi nella seconda metà di settembre – impedisce anche la realizzazione di piccole strutture ad uso agricolo, tipo capanni o cose simili. Cosicché, a Monticchiello e dintorni, sta montando il malumore tipico degli abitanti dei parchi, che spesso devono fare i salti mortali per ottenere un sia pur minimo permesso di natura edilizia.

Chi l’ha presa decisamente con ironia, nel paese del «Teatro povero», è invece la «compagnia dei bambini» che, giunta al suo quinto anno di attività, si appresta a mettere in scena «L’Egomostro», lavoro appositamente scritto da Carlo Pasquini e ovviamente ispirato alle vicende della lottizzazione denunciata da Alberto Asor Rosa. La trama? In un futuro non ben precisato ma non così lontano – tra venti o trent’anni – sorge a Monticchiello l’Hotel l’Egomostro, una struttura immensa dove i clienti curano il proprio «ego» tra le dolci colline della Val d’Orcia, «patrimonio universale dell’umidità».

All’Hotel lavorano incessantemente alcuni bambini, schiavizzati e ignari del proprio passato ma desiderosi di riscatto. Intanto si attende l’arrivo dell’elicottero del Grande Presidente, evento per il quale è stato spianato il Colle Mosca che sovrasta il paese. Chi volesse sapere come va a finire la storia, non ha che da assistere alla sua messa in scena, sabato 24 e domenica 25 febbraio, sempre alle 17,30, presso il Teatrino della Compagnia di Monticchiello. Chi volesse invece sapere come andrà a finire la vicenda reale dovrà attendere decisamente di più. Nella speranza che, tra venti o trent’anni, lo scenario non sia davvero quello dell’«Egomostro».