Toscana

Montagna, bene straordinario

DI MARCO LAPILa «Toscana da salvare» di questa settimana è addirittura la metà del territorio regionale. A tanto, infatti, ammontano le aree oggetto della terza Conferenza regionale sulla montagna che si è svolta nei giorni scorsi presso l’Abbazia di Vallombrosa. E il quadro offerto dall’Irpet non lascia dubbi sul gap che le nostre aree più periferiche continuano a lamentare nei confronti del resto della regione: asili nido con bacini di utenza di 193 chilometri quadrati contro i 32 delle aree non montane, farmacie dislocate ogni 45 chilometri quadrati contro 15, uffici postali ogni 30 contro 19, negozi di alimentari ogni 6 contro 2, per non dire degli ospedali e strutture sanitarie in genere.

Ma un dato positivo c’è, ed è che lo spopolamento si è finalmente arrestato, anzi si registra una piccola ma importante inversione di tendenza: seimila nuovi abitanti tra il 2000 e il 2004, pochi se rapportati ai 150 mila persi nel ventennio tra il 1951 e il 1971, ma comunque significativi. E poi ci sono segni di sviluppo di settori emergenti come l’agricoltura biologica, mentre la stessa industria, nell’ultimo decennio, ha mostrato maggiori segni di tenuta, soffrendo una perdita di addetti pari allo 0,6% contro il meno 4,6% del resto del territorio.

«La montagna – ha detto nel suo saluto d’inzio padre Lorenzo, l’abate dell’Abbazia – è un bene straordinario, un luogo di rara bellezza, di cultura e di spiritualità, ma ha bisogno anche di servizi e di progetti per garantire la qualità della vita». Ad attenderli, in Toscana, sono circa 500 mila abitanti (più o meno un settimo dell’intera popolazione regionale) suddivisi in 157 comuni (oltre la metà dei 287 dell’intera Toscana).

Dalla conferenza è emerso un confronto decisamente vivace. «Si è aperta – ha affermato il presidente della Regione Claudio Martini chiudendo i lavori – una fase impegnativa di lavoro. A livello di sistema di relazioni istituzionali, le Comunità montane parteciperanno alla definizione delle politiche regionali in maniera non più episodica. A livello delle risorse, inoltre, se da un lato sono state confermate quelle del fondo regionale, che ammontano a 16 milioni di euro nei prossimi quattro anni, dall’altro dovrà essere fissato il concetto di perequazione territoriale. Ci sono contributi, infatti, che la montagna dà a tutti, a partire dalla ricchezza naturale, e che in qualche modo devono tornare alla montagna e alle sue comunità».

Ma i nuovi progetti, ha aggiunto, dovranno essere «di qualità e innovativi», perché «i tempi dei finanziamenti a pioggia sono finiti». Un esempio su tutti, la «banda larga» per la navigazione in internet, elemento sempre più strategico per il futuro: ad oggi ne sono esclusi 400 mila toscani e 30 mila imprese di aree montane e rurali.

L’impegno della Regione è quello di dimezzare il gap durante il prossimo anno e colmarlo completamente entro il 2010. Ma anche per trasporti, scuola e sanità sono stati avviati interventi positivi.