Sono un vasto e variegato «esercito» i religiosi e le religiose della nostra diocesi: oltre novanta comunità – ventidue maschili, sessantotto femminili – disseminate su tutto il territorio di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che raccolgono complessivamente trecentotrentasei consacrati.Molte di queste comunità, talvolta sconosciute al di fuori del contesto ecclesiale in cui sono inserite, sono figlie dei grandi movimenti spirituali del medioevo, perlopiù francescani, domenicani, benedettini e camaldolesi. Non mancano, però, esperienze più vicine nel tempo, come i salesiani di San Giovanni Bosco e la famiglia paolina del beato Giacomo Alberione. E sono poi numerosissime le comunità religiose, in prevalenza femminili, dedite alle attività di educazione dei ragazzi e di assistenza ai malati.Una presenza capillare, la loro, che alterna esperienze di vita contemplativa assai rigorose a comunità di apostolato attivo alla cui responsabilità sono tuttora affidate molteplici realtà scolastiche, ospedaliere, di accoglienza, oltre naturalmente alla cura d’anime e all’animazione dei santuari.Nei secoli, le antiche diocesi di Arezzo, Sansepolcro e Cortona hanno visto fiorire un numero consistente di vocazioni religiose e le comunità di vita consacrata hanno offerto alla chiesa importanti figure di santi e beati. Un «inestimabile patrimonio di umanità e di fede»: così lo ha definito il vescovo Bassetti affidandolo alle cure di monsignor Vittorio Gepponi, nominato Vicario episcopale per la vita consacrata. La nomina di un Vicario episcopale, dopo che per anni la responsabilità della vita consacrata era affidata ad un «delegato vescovile», segnala il rilievo delle comunità religiose per la chiesa locale e le attese che la diocesi aretina ripone in queste esperienze di vita evangelica.Monsignor Gepponi, che conserva l’incarico pontificio di Vice presidente vicario del tribunale di appello della diocesi di Roma, sarà chiamato «ad aiutare i presbiteri e i fedeli a meglio comprendere la natura e la missione della consacrazione a Dio», avendo cura di promuovere la conoscenza e la stima per le varie forme di consacrazione e «favorire la cordiale e responsabile partecipazione delle persone consacrate alla pastorale diocesana». Inoltre, nella prospettiva universale degli ordini religiosi, dovrà favorire la comunione e la collaborazione della chiesa aretina con il mondo missionario, nel quale sono attivamente impegnati molti consacrati originari della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.Massimo Rossi