Toscana
Monsignor Bizzeti a Rondine. “nell’architettura come nella vita, costruire cose e relazioni che durino nel tempo”
“Sono pieno di stupore nel vedere come poche persone, in pochi anni, con coraggio hanno creato un seme che speriamo possa essere seminato nei diversi contesti, un seme di pace, di fraternità, di comprensione tra diversi. Persone che hanno avuto il coraggio di credere e portare avanti questo loro sogno che anche il sogno di Dio, avere una famiglia unita dove non si litiga dalla mattina alla sera”.
Queste le parole di mons. Paolo Bizzetti, vicario apostolico dell’Anatolia e presidente di Caritas Turchia, ieri in visita a Rondine per rincontrare Janbert, il giovane turco selezionato per la seconda edizione del progetto “Mediterraneo Frontiera di Pace. Educazione e riconciliazione” affinchè possa formarsi per un anno nella Cittadella della Pace e tornare nel proprio Paese per contribuire a sviluppare progetti a supporto della comunità locale insieme a Caritas. “Per noi è un investimento come Vicariato di Anatolia, quello che facciamo su questo giovane perché a sua volta porti il messaggio di Rondine con la sua testimonianza di vita e con quello che farà, affinché anche lui diventi un seme nel sud della Turchia”.
Un impegno quanto mai necessario oggi alla luce del terremoto che si è abbattuto in questi giorni nel sud- est del Paese. “Una situazione molto dura, molto difficile, le proporzioni di questo cataclisma le stiamo scoprendo di ora in ora, il numero dei morti continua ad aumentare”. Continua il Vicario apostolico. “Ma è una occasione per interrogarci su cosa è essenziale, la corsa al denaro, alla sopraffazione, nell’architettura come nella vita, costruire cose relazioni che durino nel tempo”.
Un’emergenza che durerà molto tempo, come sottolinea il Vescovo, in Italia proprio in questi giorni come Presidente di Caritas Turchia, per organizzare gli aiuti. L’incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto mediterraneo è stata guidata dal Presidente Franco Vaccari ha visto anche la presenza di Mons. Andrea Migliavacca, Vescovo di Arezzo.“Un progetto voluto dalla CEI nel 2020 che volle lanciare questo tema molto lapiriano che vede il Mediterraneo, non più solo come grande lago dove muoiono persone senza un nome ma luogo dell’incontro e delle antiche e nuove fraternità”. Ricorda il presidente Vaccari. “In questo senso è stata assegnata a Rondine – in collaborazione con Caritas Italiana – e alla sua esperienza nella formazione di giovani leader a livello internazionale, la formazione di un gruppo i giovani che vengono da questi paesi del Mediterraneo, selezionati insieme ai partner locali, giovani progettisti che cambieranno le cose a piccoli passi”.
La Turchia si affacciata in questo secondo anno di progetto e il giovane Janbert, 23 anni, laureato in economia, si sta formando qui da ottobre e stava proprio lavorando ad un progetto per l’accoglienza di persone siriane vittime della guerra. La tragedia che ha afflitto Siria e Turchia, vedendo coinvolta direttamente la propria comunità, necessariamente lo porterà a rivedere il lavoro affinchè il progetto possa rispondere alla tragedia di questi popoli così duramente colpiti dal terremoto.
“Mi auguro che diventi una persona che interagisca e lavori con Caritas Anatolia”. Conclude Monsignor Bizzetti. “Anche prima del terremoto seguivamo più di mille famiglie povere senza distinzioni di origine e religione in particolare tra i rifugiati, quindi speriamo che questi giovani tra cui Janbert possano raccogliere il testimone di chi in questi anni ha tentato di ricostruire una presenza caritatevole che manifesti la gratuità del volersi bene”.